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“ENO-ARCHEOLOGIA”

Scoperta la più antica testimonianza del vino in Europa: resti di vinaccioli e vinacce del 4300 a.C.

Conservati da un incendio avvenuto in epoca preistorica in una casa a Filippi nel Nord della Grecia sono stati analizzati dall’Università di Salonicco
ANTICA GRECIA, ARCHEOLOGIA, EPOCA PREISTORICA, VINACCE, VINACCIOLI, Mondo
Un simposio greco

Resti di vinaccioli e vinacce, che si sono conservati da un incendio avvenuto in un’abitazione a Filippi, nel Nord-Ovest della Grecia, intorno al 4300 a.C., sarebbero la più antica testimonianza del consumo di vino in Europa. A scoprirli, come riporta “The Drinks Business”, gli studiosi della Aristotle University di Salonicco, nella campagna di scavo dei siti archeologici della Grecia settentrionale, che, grazie alla ricchezza dei dati raccolti, sta fornendo molte informazioni sull’organizzazione sociale ed economica, le attività quotidiane delle persone, la loro agricoltura e le pratiche agricole in epoca preistorica.
Il ritrovamento archeologico è avvenuto grazie alla tecnica della flottazione, con la quale il deposito si dissolve in acqua e frammenti di materia conservata galleggiano verso l’alto. Non è chiaro se le uve di cui sono stati ritrovati i resti fossero coltivate o utilizzate per il foraggio, fatto sta che il ritrovamento testimonia come la Grecia della prima Età del Bronzo avesse sviluppato una società in cui il vino faceva parte della dieta e della vita delle persone. La viticoltura potrebbe essere arrivata dal vicino Oriente, dove la viticoltura in Georgia precede quella greca di circa due millenni. Ma potrebbe essersi sviluppata anche nello stesso periodo.
Come è nato, il vino assunse in seguito grande importanza nell’antica Grecia come bevanda preferita nei simposi accademici, e sotto l’Impero Romano, quando la Grecia era una potenza nella produzione di vino, che aveva nel Mediterraneo un vasto mercato di esportazione.

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