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FIERE

Veronafiere: Bricolo presidente. Danese verso il ruolo di amministratore delegato

Bilancio approvato a 73,6 milioni di euro, eletto il nuovo cda. Mantovani, dg fino al 30 giugno 2022, poi nel ruolo di consulente (rumors)
FEDERICO BRICOLO, GIOVANNI MANTOVANI, MAURIZIO DANESE, VERONAFIERE, VINITALY, Italia
Federico Bricolo e Maurizio Danese, presidente entrante ed uscente di Veronafiere

Cambio al vertice di Veronafiere, uno dei più importanti player fieristici italiani, ed organizzatrice, tra le altre, di Vinitaly, evento n. 1 del vino italiano a livello mondiale, e di Fieragricola, la più longeva fiera italiana del settore. L’assemblea dei soci, riunita oggi a Verona, ha nominato presidente Federico Bricolo, ex senatore della Lega (e molto vicino, stando alle indiscrezioni, al Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ed a quello del Turismo, Massimo Garavaglia, entrambi in quota Lega, ndr). Approvato anche il bilancio di Veronafiere Spa, chiuso a 73,6 milioni di euro di fatturato, 18 milioni di euro di ebitda e 4,2 milioni di euro di utile, ed eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione, che è composto da Romano Artoni, nominato vicepresidente, già consigliere della società fieristica dal 2017 e vicepresidente dal 2017 al 2019 e presidente di UniT, società informatica del gruppo Unicredit; Maurizio Danese, alla guida di Veronafiere Spa dal 2015 e per due mandati, presidente Aefi (Associazione Esposizioni e Fiere italiane) e vice presidente Pregis Spa, Matteo Gelmetti, confermato vicepresidente e vicepresidente Ptscas Spa; Alberto Segafredo, ad Ven-to, analista finanziario e membro del Comitato Finanza di Fondazione Cariverona, Alex Vantini, presidente Coldiretti Verona e Mario Veronesi, presidente del Gruppo Veronesi Spa. Dall’assemblea, da quanto si apprende, ha preso forma anche la figura di amministratore delegato, che dovrebbe essere individuato, a breve, nella persona del presidente uscente, Maurizio Danese. Un cambiamento importante della governance di Veronafiere Spa, che vede come prima azionista il Comune di Verona, con il 39,4%, seguito dalla Fondazione Cassa di Verona, Vincenza, Belluno e Ancona, al 24%, e poi Camera di Commercio di Verona (14,3%), Banco Bpm Spa (7%) Cattolica Assicurazioni (6%), Agenzia Veneta per l’Innovazione nel Settore Primario (5,3%), Provincia di Verona (1,4%), Intesa Sanpaolo Spa (1,3%), Banca Veronese Cooperativo di Concamarise (0,6%), Immobiliare Magazzini srl (0,18%) e Regione Veneto (0,11%). Per una fiera che guarda sempre più al futuro, come spiega il direttore generale Giovanni Mantovani (che, il “tam tam” di Verona, darebbe in uscita dall’incarico ufficiale al 30 giugno 2022, con la prospettiva concreta di rimanere in veste di consulente della fiera, con focus soprattutto su Vinitaly, ma non solo, ndr): “forte focalizzazione sulla riprogettazione, anche innovativa, delle manifestazioni e di tutti i prodotti in portafoglio con una attenta gestione dei costi. Importante operazione di contenimento dei costi. Nel 2022 siamo pienamente ripartiti, nonostante lo stop and go dei primi due mesi, con tutte le rassegne previste in calendario e puntando attraverso il Piano per la ripartenza sul rilancio e sul rafforzamento dei prodotti “core” del Gruppo Veronafiere”, la rotta disegnata dallo stesso Mantovani. “Lascio la presidenza di una fiera che oggi si presenta sul mercato totalmente rinnovata nella forma e negli obiettivi - commenta Maurizio Danese - e per questo ringrazio il management, tutta la squadra operativa e i soci che, in questi due mandati, non mi hanno fatto mancare fiducia e sostegno. A partire dalla prima grande sfida della trasformazione della fiera in società per azioni lanciata al mio insediamento nel 2015 e concretizzata tra novembre 2016 e febbraio 2017. Il bilancio 2021 approvato oggi - prosegue Danese - ci restituisce una fotografia economico-finanziaria di un Gruppo fieristico che, grazie all’aumento di capitale di 30 milioni di euro sottoscritto da tutti i soci e ai 31,2 milioni di euro di ristori ricevuti dal Governo su istanza di Aefi, può finalmente voltare le spalle alla crisi registrata negli ultimi due anni, la più grave dalla sua costituzione. Sono certo che il nuovo presidente, Federico Bricolo, saprà guidare Veronafiere verso traguardi sempre più competitivi in Italia e all’estero. Nonostante lo scenario globale sia profondamente mutato, la Fiera di Verona si conferma asset strategico per la promozione delle principali filiere del made in Italy rappresentate nelle 70 manifestazioni organizzate direttamente in quartiere e nelle 20 nei principali mercati della domanda”. “Ringrazio il presidente uscente Maurizio Danese per gli importanti risultati raggiunti e per aver guidato la Fiera con fermezza, coraggio e innegabile capacità imprenditoriale anche nei momenti di massima difficoltà; così come il direttore generale, Giovanni Mantovani, i dirigenti e tutti i dipendenti per il grande impegno profuso in un periodo molto complesso - dichiara Federico Bricolo, da oggi presidente di Veronafiere Spa - la sua conferma in cda, unitamente a quella di Matteo Gelmetti, garantisce la continuità aziendale. Raccolgo un testimone importante e oltremodo sfidante sotto il profilo della competitività della quarta industria fieristica italiana, dell’internazionalità delle manifestazioni a marchio Veronafiere e delle potenzialità di una società divenuta nel tempo un vero e proprio brand di promozione nel mercato globale. Consolidamento e crescita di Veronafiere, oltre a innovazione e rinnovamento, saranno al centro del mio mandato e dell’azione del Consiglio di Amministrazione di alto profilo eletto oggi dai soci, ai quali esprimo riconoscenza per l’incarico affidatomi”.

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