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LA CURIOSITÀ

Vigneto, in 5 anni (2015-2020) l’Italia è cresciuta del 5,2%. Più di tutti gli altri Paesi Ue

I numeri del report della direzione agricoltura della Commissione Ue. Spagna a -1,48% dei vigneti, ma resta al top, davanti a Francia e Belpaese

I produttori italiani, nel 2022, hanno a disposizione 6.964 ettari di terreno in tutta Italia per far crescere il loro vigneto, come previsto dal decreto del 21 dicembre 2021 del Ministero delle Politiche Agricole (ma pubblicato in Gazzetta ufficiale solo il 26 maggio 2022, ndr). Ovvero, l’1% rispetto ai vigneti registrati al 31 luglio 2015, come prevede la normativa europea sulla autorizzazioni.
Un sistema che l’Italia ha utilizzato al meglio, rispetto ad altri competitor europei, visto che da un report della direzione agricoltura della Commissione Ue, emerge come, tra il 2015 ed il 2020, il vigneto italiano sia cresciuto del 5,25%, attestandosi a 671.139 ettari. Di contro, la Spagna, che ha la maggior superficie vitata d’Europa, a 944.478 ettari, a perso il -1,48% in 5 anni, e la Francia, seconda per superfice, a 813.505 ettari, è cresciuta di appena lo 0,96%.
Con un vigneto europeo, guardando ai principali produttori, sostanzialmente fermo (+0,4%). Ed il Belpaese si posiziona al vertice anche nella lista dei diritti di reimpianto convertiti con un tasso dell’80% del totale sommando quelli delle annualità dal 2016 al 2021, su un media dei 13 Paesi Ue con la maggiore superficie di vigneto al 69%, con la Spagna al 76% e la Francia al 64% (meglio fanno solo Slovacchia e Slovenia, al 98% e al 92%, ma con valori assoluti ampiamente più piccoli).
Numeri che, a loro modo, confermano la crescita complessiva del vino italiano che, negli ultimi anni, ha visto aumentare mercati, export e fatturati, accompagnati, dunque, da una crescita del vigneto, che è, ovviamente, la genesi del vino.

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