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COMMISSIONE EUROPEA

Nei primi 4 mesi 2022 le esportazioni della filiera agroalimentare Ue crescono del 10%

Le spedizioni di vino, che si conferma il terzo prodotto dell’agroalimentare Ue più esportato, toccano i 5,34 miliardi di euro (+12%)
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I dati del commercio agroalimentare UE

Il valore del commercio agroalimentare UE, ad aprile 2022, ha raggiunto i 31,4 miliardi di euro, con un aumento del 14% rispetto ad aprile dello scorso anno. Le esportazioni sono diminuite del 5,4% su base mensile, principalmente a causa della riduzione delle esportazioni verso Russia (-26%) e Cina (-11%), mentre le importazioni di prodotti agricoli hanno raggiunto i 13,5 miliardi di euro (-1,2% rispetto a marzo), per un saldo commerciale del settore agroalimentare totale di 4,4 miliardi di euro ed un calo del 16% rispetto a marzo. Nel complesso, i flussi commerciali nel periodo gennaio-aprile 2022 sono significativamente più elevati rispetto allo stesso periodo del 2021, con esportazioni e importazioni in aumento rispettivamente del 10% e del 28%, specie a causa della crescita dei prezzi delle materie prime e dell’inflazione, come emerge dall’ultimo report mensile sull’agrifood pubblicato dalla Commissione Europea.
Considerando i primi quattro mesi del 2022, le esportazioni agroalimentari verso Regno Unito, Stati Uniti e Giappone sono tutte cresciute, con un calo verso Russia, Cina e Ucraina. Le spedizioni in Uk sono aumentate addirittura del 20% rispetto ai livelli particolarmente bassi dello stesso periodo del 2021. Un exploit determinato da un forte aumento dei volumi di esportazione di burro (+69%), frumento (+25%) e mais (+46%). Contestualmente, il valore delle esportazioni verso la Cina è diminuito di 2 miliardi di euro, principalmente a causa di una sensibile riduzione delle esportazioni di carne suina, scese di un valore di 1,9 miliardi di euro, mentre le esportazioni di preparati a base di cereali e grano sono aumentate. Per quanto riguarda specifiche categorie di prodotti, le esportazioni di vino, che nel periodo gennaio-aprile 2022 si conferma il terzo prodotto più esportato dalla Ue, toccano i 5,34 miliardi di euro, in crescita del 12% sullo stesso periodo del 2021. Segno positivo anche per le importazioni enoiche: +10% a 519 milioni di euro, il che vuol dire una bilancia commerciale positiva per 4,82 miliardi di euro. Bene i cereali, cresciuti del 26% nei primi quattro mesi 2022, ma vanno forte anche i prodotti molitori (+15%) e i latticini (+13%). Le esportazioni di carne suina e l’orticoltura, invece, sono diminuite rispettivamente del 24% e del 3%, a causa della continua riduzione della domanda di carne suina in Cina, come abbiamo visto, e alla ridotta domanda di prodotti dell’orticoltura nel Regno Unito e in Russia.

Nel periodo gennaio-aprile sono cresciute in maniera sensibile le importazioni, specialmente da Brasile (+46%, pari a quasi 1,7 miliardi di euro in più), Regno Unito (+43%) e Cina (+65%). Ciò è dovuto alla forte crescita delle importazioni di semi e farina di soia e di caffè, che hanno registrato un valore cumulativo delle importazioni rispettivamente di 2,5 miliardi e di 1,4 miliardi di euro. L’UE importa la maggior parte del suo caffè da Brasile, Vietnam e Uganda, con i valori che nel periodo sono aumentati del 62%, e i volumi solo del 4%. Inoltre, le importazioni dall’Australia sono quasi raddoppiate raggiungendo un valore di 1,4 miliardi di euro, principalmente a causa delle importazioni di colza, lana e seta.

Nel solo mese di aprile, crescono i numeri delle esportazioni verso l’Ucraina, dove si è registrato un aumento del 93% su marzo, e Africa Subsahariana, dove a fare bene sono principalmente semi oleosi (+83%), cereali (+27%) e preparati a base di cereali (+14%). Pesa, al contrario, il segno meno delle importazioni mensili da Cina e Regno Unito, dove il calo delle importazioni è derivata principalmente da una diminuzione delle quantità di alcolici e liquori (-19%), dolciumi e cioccolato (-24%) e preparati a base di cereali e prodotti molitori (-17%). Dopo l’invasione russa le importazioni di mais dall’Ucraina sono diminuite drasticamente a marzo e aprile (-35% anno su anno), così come quelle dalla Serbia (-77%), con le importazioni di mais da Stati Uniti, Canada, Moldova e Brasile che hanno parzialmente compensato questa interruzione della catena di approvvigionamento, che giusto oggi ha dato un importante segnale di ripresa con la prima nave (dallo scoppio della guerra) carica di mais partita dal porto di Odessa in direzione Beirut.

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