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POLITICA

Il ruolo della cucina e dell’agroalimentare nell’economia italiana, tra export e turismo

Dalla presentazione della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo”, le parole dei Ministri di Agricoltura, Turismo, Esteri e Made in Italy
AGRICOLTURA, agroalimentare, ANTONIO TAJANI, DANIELA SANTANCHE, ECONOMIA, ENOGASTRONOMIA, ESTERI, FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, GASTRONOMIA, MADE IN ITALY, SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO, TURISMO, Italia
La vista sul colosseo del ristorante Terrazza Aroma

L’Italia deve difendersi da modelli che non sposano la valorizzazione e la tutela dei nostri prodotti e non si arrenderà alla produzione di cibi sintetici”. Lo ha ribadito il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e forestale Francesco Lollobrigida, per la presentazione della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” n. 7 (di scena in tutto il mondo da oggi al 20 novembre), dal titolo “Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del pianeta”. Il Ministro ha fatto notare che “il prodotto italiano enogastronomico è percepito come migliore all’estero, in grado di garantire la salute; nel tessuto nazionale - ha osservato - ancora prevale la filiera corta e l’utilizzo di prodotti stagionali, con proprietà tramandate da secoli, dove la tutela della salute è elevata”. Francesco Lollobrigida ha, quindi, ricordato che “l’export ha toccato i 50 miliardi nel 2021 e quest’anno arriverà a 60 miliardi: c’è attenzione per i nostri prodotti e dobbiamo continuare con un’azione offensiva positiva e comunicativa e un’altra difensiva rispetto a modelli che non si sposano con la valorizzazione dei nostri prodotti. Uno è il Nutriscore: non possiamo lasciare che sia una semaforino a fermare le potenzialità benefiche di un modello come quello che abbiamo conosciuto”.
A dargli manforte, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha ricordato come “sistemi di etichettatura Front Of Pack come Nutriscore o traffic light rappresentano azioni di semplificazione caratterizzate da un’assenza della componente educativa verso sane abitudini alimentari”
, e “da parte del nostro Paese è stata più volte ribadita in maniera netta la contrarietà all’opzione Nutriscore, giudicata particolarmente negativa, in quanto potenzialmente ingannevole per il consumatore e ingiustificatamente penalizzante per gli alimenti tradizionali di alta qualità”.

Secondo il Ministro Lollobrigida, quindi, al centro devono essere la scienza e l’informazione corretta e approfondita al consumatore. Il governo non si arrenderà, invece, a una politica che va a danno di una nazione, e si impegnerà “per tutelare il prodotto di qualità italiano. Abbiamo l’ultima aggressione dei cibi sintetici - ha infine sottolineato Lollobrigida - noi siamo contrari ai cibi prodotti in laboratorio e non ci arrendiamo che sui piatti dei nostri figli finiscano bistecche realizzate attraverso prodotti chimici di cui non è garantita la salute, fortemente inquinanti, che desertificano i territori di produzione. Ci affidiamo alla collaborazione di carattere internazionale e alla perseveranza di chi, come i cuochi, con maestria e studio riescono a valorizzare le nostre qualità”.

Altro argomento nell’intervento del Ministro dell’Agricoltura è stato l’Italian Sounding, “una criticità che chiediamo di contrastare anche a livello internazionale. Noi l’abbiamo provato a fare come Ministero, anche negli anni precedenti con convenzioni sulle piattaforme, per garantire i nostri prodotti da una distribuzione che spesso ingenerava errori in chi comprava. Noi vogliamo che il prodotto italiano sia di qualità e garantito per chi lo compra”. Dai prodotti italiani, del resto, passa la cultura gastronomica stessa del Belpaese, troppo spesso, più o meno consciamente, vituperata all’estero. Come ricorda la Coldiretti, sempre nella cornice del lancio della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo”, quasi tre italiani su quattro (73%) in viaggio all’estero per lavoro o in vacanza si sono imbattuti almeno una volta in un piatto o una specialità made in Italy taroccati, come l’abitudine belga di usare la panna al posto del pecorino nella carbonara, quella tedesca di impiegare l’olio di semi nella cotoletta alla milanese, quella olandese di non usare il mascarpone nel tiramisù, fino agli inglesi che vanno pazzi per gli spaghetti alla bolognese che sono del tutto sconosciuti nella città emiliana. La “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” si rivela così una iniziativa utile - sottolinea la Coldiretti - per valorizzare l’identità dell’agroalimentare nazionale e fare finalmente chiarezza sulle troppe mistificazioni che all’estero tolgono spazio di mercato ai prodotti originali. E’ significativo e preoccupante il fatto che uno dei piatti “italiani” più diffuso siano gli spaghetti alla bolognese che spopolano in Inghilterra, ma che non esistono nella tradizione nazionale se non nei menù acchiappaturisti.

A questo proposito, Aldo Cursano, vice presidente Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, ha aggiunto che “l’italian sounding non riguarda solamente il Parmigiano o la Mozzarella. Spesso nel mondo proprio l’imitazione della nostra cucina in falsi ristoranti italiani fa da apripista anche alla contraffazione dei prodotti. Ecco perché è compito del governo, di Ice, e di tutte le istituzioni coinvolte, compresa Fipe-Confcommercio, lavorare per promuovere la vera cucina italiana e una cultura dell’ospitalità unica al mondo”.

L’agroalimentare, in questo senso, è anche il motore di un altro settore fondamentale per l’economia del Belpaese, quello del turismo, come ha sottolineato il Ministro degli Esteri Antonio Tajani: “difendere i nostri prodotti agroalimentari significa difendere anche la nostra salute. Il Governo si impegnerà a tutelare il comparto enogastronomico, fondamentale per attrarre sempre più turisti nel nostro Paese. Un ringraziamento a tutti coloro che si fanno portatori della qualità italiana nel mondo”. Aspetto su cui converge anche l’intervento della Ministra del Turismo Daniela Santanchè, che ha sottolineato come “nelle politiche del turismo la strada è segnata, è quella dell’investimento nell’enogastronomia. Il nostro Paese - ha osservato la Santanchè - ha un’eccellenza nel mondo: il cibo. Sono i dati a dirlo: il 17% dei turisti sceglie la meta guardando alle tappe dell’enogastronomia, e su questo siamo i primi nel mondo”. Ma non solo: “i gadget che portano con sé i turisti sono sempre più salami, formaggi, vini, sempre meno portachiavi”. Ecco perché, “dobbiamo puntare su questo settore con consapevolezza e coscienza. Ce lo dicono i turisti, la strada è tracciata”. Per la Ministra è necessario investire nel settore, “orgogliosi di ciò che siamo, e siamo i più bravi. Crederci aiuta l’economia. Questo Governo - ha sottolineato ancora - ha una visione d’insieme, in discontinuità con il passato, possiamo far diventare il turismo la prima azienda italiana. Ogni euro investito nel turismo si moltiplica per tre”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, infine, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, secondo cui “il made in Italy è il prodotto di eccellenza globale e frutto di una storia millenaria, che si esplica anche attraverso le capacità manuali e creative del nostro tessuto sociale e produttivo, ma si può fare meglio, nella consapevolezza che ciò ha ricadute dirette su tanti settori produttivi. Presentarsi così nel mondo, come una squadra di governo - ha precisato il Ministro - aiuta il nostro Paese in questa epoca così complicata che stiamo attraversando. Più puntiamo sull’eccellenza made in Italy che è frutto dell’ingegno e della cultura italiani più riusciremo a essere competitivi anche per quanto riguarda gli investimenti produttivi e il livello occupazionale del nostro Paese. Sappiamo che lo possiamo fare meglio se siamo consapevoli della nostra forza e sicuramente la cucina italiana è consapevole della propria forza. Noi siamo orgogliosi dei traguardi che ha raggiunto e può raggiungere nel futuro”.

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