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VINO E ARTE

La “meraviglia” al centro del “La Voce di Biondi-Santi 2023”, con il racconto di Neri Marcorè

Edizione n. 2 del progetto artistico che accompagna le nuove annate sul mercato della cantina “culla” del Brunello di Montalcino (2017 e Riserva 2016)

Raccontare le nuove annate di un grande vino, che sono già di per sé storie ogni anno diverse, legando ad un valore, ad una storia vera e propria e ad un racconto attraverso la voce: così si articola il progetto “La Voce di Biondi-Santi”, edizione n. 2 della “library” di vino e racconti che accompagna l’uscita sul mercato delle nuove annate, in questo caso il Brunello di Montalcino Riserva 2016 e il Brunello di Montalcino 2017, prodotte nella cantina “culla” del grande rosso toscano, con la famiglia Biondi-Santi, ed oggi del gruppo francese Epi, della famiglia Descours (che, in Italia, ha acquisito, di recente, anche Isole e Olena, nel Chianti Classico, ndr). Tema 2023 è la “meraviglia”, interpretata in quattro conversazioni riprodotte in podcast con le personali interpretazioni del sentimento di “Meraviglia” da parte dei protagonisti: qualcosa di inaspettato per Giampiero Bertolini, ad Biondi-Santi; la confidenza tra terra, tempo e vino per Federico Radi, direttore tecnico; la bellezza nascosta si può toccare con mano per Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze lo “spirito affine” scelto quest’anno da Biondi-Santi per discorrere sul tema dell’anno. Mentre l’attore Neri Marcorè, ormai habituè del mondo del vino e partner in questo progetto di Biondi Santi, dà voce all’audiolibro “Enigma in luogo divino”, scritto da Gianni Farinetti. Una narrazione a tinte gialle, ironica, ambientata a Parigi tra personaggi sorprendenti e d’antan, che ruota intorno al mistero di una speciale bottiglia battuta all’asta: la leggendaria Riserva 1955 di Biondi-Santi, unico vino italiano selezionato tra i 12 migliori del ventesimo secolo da “The Wine Spectator”. Del progetto fanno parte anche il podcast di Giampiero Bertolini e Federico Radi riservato alla presentazione delle nuove annate di Riserva, Brunello e Rosso di Montalcino, mentre l’autore Gianni Farinetti parla del suo personale incontro con Biondi-Santi in “Di antica meraviglia, avventura e ironia”.
“Abbiamo scelto per questa edizione 2023 “Meraviglia” perché è un concetto di cui abbiamo molto parlato in cantina nell’ ultimo anno. “La Voce di Biondi-Santi” risponde al desiderio di condividere con la nostra comunità di collezionisti e appassionati di vino, i pensieri e i principi che guidano ogni giorno il nostro percorso evolutivo. Apriamo una finestra su ciò che accade in azienda, in modo che chi stappa una bottiglia di Biondi-Santi possa avere una comprensione ancora più profonda del lavoro e delle persone che stanno dietro al vino”, commenta Giampiero Bertolini, ad Biondi-Santi.
Un’edizione, quella de “La Voce di Biondi-Santi 2023”, all’insegna di “Meraviglia. Dedicarsi. Lasciarsi stupire”, che accompagna l’uscita sul mercato, dal 1 marzo, di due annate molto diverse tra loro: una temperata e relativamente piovosa, l’altra molto calda e arida, che esprimono lo stile di Biondi-Santi in due modi distinti, nel pieno rispetto dell’equilibrio tra struttura e freschezza che da sempre sono alla base della longevità insita nel Dna di Biondi-Santi. Il Brunello di Montalcino Riserva 2016, in particolare, è “un classico che coniuga struttura, finezza e freschezza in un equilibrio gustativo che fa presagire una lunga vita in bottiglia. È il frutto di una stagione vegetativa molto regolare, che ha visto la giusta quantità di pioggia e sole, al momento giusto. L’estate 2016 è stata calda ma senza picchi estremi, con piogge rinfrescanti a fine agosto, che hanno favorito l’escursione termica tra il giorno e la notte. Questo ha prolungato il processo di maturazione finale delle uve, esaltando il lato aromatico e la struttura di questa Riserva”, spiega Biondi-Santi. Secondo cui, invece, “il Brunello di Montalcino 2017 è un vino che sorprende per la sua espressione fragrante in un’annata caratterizzata da un clima caldo e asciutto. L’altitudine dei vigneti di Biondi-Santi ha contribuito all’incontro proficuo tra acidità e frutta dolce, conservando una moderata gradazione alcolica del 13,5% ed esprimendosi con tannini a grana fine, che hanno mostrato la loro qualità già durante la fermentazione. Un Brunello che rappresenta in modo preciso la firma stilistica delle vigne di Biondi-Santi”.

Focus - La storia, in sintesi, di Biondi-Santi
Risale a metà dell’Ottocento la prima menzione della parola “brunello”, quando Clemente Santi vince una medaglia enologica per un suo “vino scelto”, prodotto interamente con Sangiovese grosso nella sua tenuta a Montalcino. Nel 1888 suo nipote Ferruccio Biondi Santi produce il primo vino chiamato ufficialmente “Brunello di Montalcino”. Da allora il nome Biondi-Santi è sinonimo di eccellenza tra gli esponenti più celebri nel mondo del “made in Italy”, amato sia dai collezionisti che dai più esigenti critici enologici. Nel 2017 l’acquisizione di Biondi-Santi da parte di Christopher Descours (gruppo francese Epi, che, in Italia, ha acquisito, di recente, anche Isole e Olena, nel Chianti Classico) ha aperto un nuovo capitolo di sviluppo aziendale, con importanti progetti di studio e investimenti in vigna così come in cantina, volti a evolvere ulteriormente il senso d’eccellenza che, da sempre, caratterizza il nome Biondi-Santi, da sempre uno dei grandi nomi dell’artigianato del vino italiano.

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