Der Keil Lago di Caldaro Classico Superiore Doc 2022 di Manincor, Schickenburg AA Merano Doc 2022 dei Produttori Merano, Hexenbichler AA Schiava Doc 2022 della Cantina Tramin e AA Santa Maddalena Classico Doc 2022 di Ansitz Waldgries nella categoria “I Classici”; Arthur Rainer Alto Adige Lago di Caldaro Classico Superiore Doc 2022 di Seeperle e Turmhof AA Schiava Doc 2022 di Tiefenbrunner nella categoria “Selezione”; Gran Marie AA Santa Maddalena Classico Doc 2021 di Fliederhof e Moar AA Santa Maddalena Classico Doc 2018 della Cantina Bolzano nella categoria “Evoluti”. Ecco le “Schiava dell’anno 2023”, elette ieri nell’edizione n. 20 del “Trofeo Schiava dell’Alto Adige”, promosso da Ulrich Ladurner, Othmar Kiem e Günther Hölzl, nella cornice del prestigioso design-hotel Vigilius Mountain Resort tra le vette del Monte San Vigilio a Lana, dove una selezionata giuria di giornalisti, enologi e sommelier arrivati da Italia, Germania, Svizzera, Austria e Gran Bretagna hanno selezionato in varie degustazioni i migliori vini che interpretano le diverse Doc a base di Schiava tra 84 campioni (Lago di Caldaro, Santa Maddalena, Meranese e AA Schiava). Ma dato che la Schiava è un vino che non deve solo piacere agli esperti, ma anche, e soprattutto, ai semplici appassionati, una commissione di enofili scelta tra il pubblico ha eletto il suo preferito tra i vincitori: l’AA Santa Maddalena Classico Doc 2022 di Ansitz Waldgries.
Il “Trofeo Schiava dell’Alto Adige” è nato nel 2004 per promuovere la Schiava di qualità. A seconda della zona di produzione, la Schiava dell’Alto Adige - che è passata da 1.877 ettari nel 2003 a 556 nel 2023, e con il primo vino Schiava premiato da una guida autorevole che è il St. Magdalener Classico 2009 di Pfannenstielhof (dal “Gambero Rosso” nel 2011) - presenta caratteristiche diverse. Tenendo conto di questa diversità, i vini nella categoria “Classici” sono stati degustati e valutati separatamente per zona. Nella categoria “Selezione” sono raggruppati i vini Schiava dell’annata 2022, in cui la passione dei viticoltori e le caratteristiche del sito sono pienamente espresse. Infine, nella categoria “Evoluti”, i vini Schiava dimostravano che non sono solo deliziosi da bere giovani. Le annate erano dal 2021 al 2017.
Nei 20 anni del Trofeo, il St. Magdalener Classico di Ansitz Waldgries (14), il St. Magdalener Classico della Cantina Bolzano (9), il Meraner Schickenburg della Cantina Merano (9), il St. Magdalener Classico di Pfannenstielhof (6), il Freisinger Südtiroler Vernatsch della Cantina Tramin (5) e il St. Magdalener Classico di Franz Gojer-Glögglhof (5) sono stati i vini più premiati, con il St. Magdalener Classico della Cantina Bolzano che è stato anche il più premiato dal pubblico. Guardando alle aziende, dalla Cantina Caldaro con E&N (18) ad Ansitz Waldgries (18), dalla Cantina Tramin (15) alla Cantina Bolzano (14) e alla Cantina Merano (13), sono le cantine che hanno ricevuto più riconoscimenti. Gli ambasciatori della Schiava? Hartmuth Spitaler (Cornaiano, 2013), Enoteca Roscioli (Roma, 2015), Jörg Ganßer della Vinothek Törggelen (Monaco di Baviera, 2016), Wein.Kaltern (Caldaro, 2017), il Restaurant Patauner (Settequerce, 2019) e Jungwinzer St. Magdalena (Bolzano, 2020). A giudicarle negli anni sono stati sommelier e giornalisti da Italia, Germania, Svizzera, Austria, Gran Bretagna e Giappone, con ospiti come Renzo Cotarella (Marchesi Antinori), Axel Heinz (Ornellaia), Luca d’Attoma (Duemani) ed Andrea Lonardi (Tenimenti Angelini).
La giuria 2023 è stata composta da nomi come Lukas Gerges (sommelier St. Hubertus) e Egon Perathoner (sommelier Annastuben), Lisa Kinkelin (sommelier Einhornstube) e Elvis Costa (Südtiroler Sommelierverein), Eros Teboni (sommelier) e Herbert Taschler (Dolomiten), Angelo Carrillo (Espresso, Alto Adige) e Dario Cappelloni (Doctor Wine), Carlo Macchi (Winesurf) e Andrea Lonardi (Angelini Estates/MW), Alessandra dal Monte (Cook, Corriere della sera) e Alexander Bachl (Orf-Moment Leben heute), Kilian Krauth (Heilbronner Stimme) e Jens Priewe (Feinschmecker), Stefan Keller (Schweizer Weinzeitung) e Alain Kunz (Blick), Monica Larner (Wine Advocate) e Richard Baudains (Decanter), Walter Speller (Jancis Robinso), Othmar Kiem (Wineline/Falstaff) e Alessandro Regoli, direttore WineNews, secondo cui la Schiava (a cui abbiamo dedicato un video online nei prossimi giorni, ndr) “è il “medium” per raccontare l’Alto Adige. Nessun altro vitigno autoctono in Italia porta nel nome il forte legame che la Schiava ha con questo territorio: “indigeno”, un significato affascinante, che va ben oltre quello di un vino che ha fatto l’economia del territorio, rappresentando la fonte di ispirazione per ripercorrere mille anni di storia, di identità culturale e di vocazione alla viticoltura di qualità. Ma è anche il vino che riunisce in bottiglia i territori che con le loro vicende hanno segnato la storia dell’Alto Adige: l’Italia, l’Austria e la Germania, dove, in un cerchio che si chiude, si chiama “Trollinger” da Tirolo, del quale è un simbolo. Rosso rubino chiaro che sembra quasi un bianco per il modo di berlo, fresco, versatile e piacevole, è un vino tornato alla ribalta sui mercati, e che può diventare “di moda” tra gli appassionati del mondo, sempre più in cerca di vini “di territorio” come amo definirli, ma “leggeri”, da abbinare ad una cucina light e salutare per il proprio wellness”.
Momento culminante del “Trofeo Schiava dell’Alto Adige” 2023 è stato il “Galà della Schiava”. Qui si è dimostrata la versatilità di questo vino in abbinamento con le prelibatezze dalla cucina del Vigilius Mountain Resort, capitanata dallo chef Daniel Sanin. Perché, “facendo parte della categoria dei vini rossi di corpo leggero (light bodied red wines) - ha sottolineato Othmar Kiem, giornalista enogastronomico e organizzatore del Trofeo - sta diventando sempre più popolare, soprattutto tra il pubblico giovane e i giovani sommelier”.
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