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IL VIA LIBERA

Uva senza semi, la distribuzione si “smarca” dalle multinazionali e diventa autonoma

Una novità per il settore è arrivata dopo la sentenza della Cassazione. A decidere saranno gli stessi produttori, ma non mancano gli interrogativi
DISTRIBUZIONE, MULTINAZIONALI, PUGLIA, UVA, UVA SENZA SEMI, Italia
Novità per l’uva senza semi

I produttori pugliesi si “smarcano” dalle multinazionali, c’è il via libera, grazie ad una sentenza della Cassazione, alla commercializzazione senza vincoli per l’uva senza semi che di fatto chiude una lunga battaglia legale. Dunque, come riporta un articolo de “Il Sole 24 Ore”, “non saranno più poche multinazionali (tecnicamente “breeder”) a decidere della distribuzione, ma i produttori che, una volta acquisito il brevetto sulla varietà - attraverso il pagamento di una royalty - saranno svincolati da qualsiasi legame con l’azienda che, di fatto, ha ideato la nuova specie vegetale”. Lo sviluppo delle “uve seedless” nelle regioni del Sud Italia, e la Puglia è sicuramente una delle principali, ha un potenziale significativo ed è già una realtà evidente. Ma gli sviluppi saranno tutti da vedere, considerando che, il legame tra produttori e grandi aziende, aveva comunque portato benefici alla filiera, e, non a caso, c’è chi si interroga sul futuro dell’innovazione del comparto che può garantire un futuro importante. Massimiliano Del Core, presidente della Commissione italiana uva da tavola, parla, come primo passo, di riunire un tavolo per l’innovazione che coinvolga gli attori della filiera: “se in questo momento di confusione del sistema siamo in grado di governare la nostra filiera, lasciando in piedi gli accordi esistenti che si sono rivelati corretti e sani ai fini del business e garantendo ai produttori che ritenessero di non entrare, la libertà di farlo, allora sarà il mercato a trovare un suo assestamento. Altrimenti avremo perso tutti, produttori e operatori, ma soprattutto la chance di andare avanti con l’innovazione”.

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