Griffe di riferimento del vino sardo, capace di solcare i confini dell’isola per ritagliarsi credibilità e prestigio internazionale, Argiolas è tuttavia prima di tutto una grande famiglia. Oggi a guidare la cantina, la terza generazione, Valentina con il marito Elia Onnis, Francesca e Antonio e l’enologo Mariano Murru, allievo di Giacomo Tachis. Quel che si dice un’azienda rigorosamente a gestione familiare, che ha fatto di questa storia uno dei suoi punti di forza. Ma Argiolas ha saputo, oltre che conservare questa sua identità, svolgere un ruolo fondamentale per l'enologia della Sardegna. Difficile, infatti, anche per l'appassionato più distratto, non conoscere o non aver provato o non avere in cantina una bottiglia a firma Argiolas. La svolta commerciale arriva nel 1991, ma il lavoro più importante, quello nei vigneti, possiede una storia ben più lunga, cominciata all’inizio del Novecento, a Serdiana, in Provincia di Cagliari. Oggi l'azienda conta su 230 ettari vitati e 2.200.000 bottiglie prodotte complessivamente di media ogni anno ed è difficile che deluda, soprattutto quando si parla di produzione rossista. Molte le etichette di prestigio, a cominciare dal mitico Turriga, che comprendono certamente anche l’Angialis. Da uve Nasco e Malvasia stramature, la versione 2014 è un vino solare e mediterraneo, denso ma mai eccessivo, ricchissimo di sfumature e sempre assai originale.
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