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MONDO AGRICOLO

Assemblea Confagricoltura: il ruolo dell’agricoltura per un modello di crescita sostenibile

Innovazione e investimenti, da Pnrr e Pac le risorse per la transizione ecologica, ma dal 1990 l’impronta climatica del settore primario è in calo
ASSEMBLEA, Confagricoltura, MASSIMILIANO GIANSANTI, MINISTRO POLITICHE AGRICOLE, MINSITRO TRANSIZIONE ECOLOGICA, ROBERTO CINGOLANI, STEFANO PATUANELLI, Italia
L’Assemblea di Confagricoltura, la più grande organizzazione di rappresentanza degli agricoltori italiani

Le imprese agricole sono pronte a investire per aumentare il contributo alla lotta contro il cambiamento climatico e per accrescere la sostenibilità ambientale. Gli obiettivi, però, vanno raggiunti puntando sulle innovazioni, e non solo attraverso restrizioni. Una risposta deve arrivare dalla puntuale e piena applicazione del Pnrr, che ha, nella transizione ecologica, un punto fondamentale”: così il presidente Confagricoltura Massimiliano Giansanti, nella relazione di apertura dell’Assemblea n. 101 della più stroica ed importante organizzazione agricola italiana, di scena oggi a Roma (Palazzo Della Valle), a cui hanno partecipato anche il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, e della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. “In un recente studio diffuso dalla Commissione Ue si rileva che l’impronta climatica dell’agricoltura europea, misurata in termini di unità di prodotto, si è ridotta a partire dal 1990. Si tratta di risultati importanti - ha sottolineato Giansanti - ma sappiamo che occorre fare di più: le energie rinnovabili, con il biometano, il fotovoltaico agricolo, il biogas, possono dare nuovo slancio a modelli virtuosi in cui città e campagna si incontrano”.

Altra questione di fondamentale importanza per il futuro dell’agricoltura è la nuova Pac, che entrerà in vigore nel 2023, ma per la quale già entro la fine di quest’anno gli Stati membri dovranno inviare alla Commissione europea i programmi strategici nazionali. Una novità assoluta, in quanto dovranno contenere sia le scelte sui pagamenti diretti, sia i programmi di sviluppo rurale a livello regionale. “Abbiamo espresso e motivato le nostre riserve sull’accordo - ha detto Giansanti - che è stato raggiunto. Ora c’è molto lavoro da fare e in tempi stretti, in considerazione anche del fatto che la Pac dovrà essere integrata con i progetti di investimento del Recovery Plan, senza dimenticare l’urgenza della riforma della pubblica amministrazione, della semplificazione e degli investimenti in infrastrutture e logistica”.
Il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, si è, invece, concentrato sul ruolo degli imprenditori, perché
“più saranno capaci di intercettare l’innovazione, più lo Stato potrà accompagnare gli investimenti. Dobbiamo essere in grado di guardare sia vicino, sia all’orizzonte: nel Pnrr ci sono misure pensate per fare entrambe le cose. Abbiamo compiuto delle scelte e dovremo continuare a farne, assieme ai settori produttivi di cui l’agroalimentare è uno dei massimi rappresentanti. Pac e Pnrr sono le due grandi occasioni che non possiamo mancare”. Innovazione al servizio della crescita, ma sempre con la massima attenzione alla sostenibilità, come ricorda il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani: “la grande sfida della sostenibilità è trovare un punto di incontro tra l’aumento della domanda di cibo nel mondo e la necessità di conservare le risorse naturali. L’agroalimentare può vincere questa sfida puntando sulla razionalizzazione dell’uso dell’energia, dell’acqua e della chimica, ma anche sul potenziamento del patrimonio forestale e della digitalizzazione”.
Per Confagricoltura, comunque, resta la necessità di un piano strategico di lungo periodo, che sappia valorizzare la produzione agricola e la competitività delle imprese.
Una competitività che è già una realtà, ma che deve essere implementata, come è emerso dallo studio del professor Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison e docente di Economia all’Università Cattolica, sulle eccellenze agroalimentari italiane: “conoscere i propri punti di forza - ha spiegato - è fondamentale per l’elaborazione di una strategia efficace”.

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