È un progetto davvero particolare quello di Atomos, cantina abruzzese fondata nel 2020 da Stefano Di Nisio, Maria Kalafati, che arrivano dal mondo dell’imprenditoria, reinventando l’esperienza del vino attraverso un processo di diraspatura peculiare, e da Francesca Di Nisio dell’Azienda Agricola CantinArte di Nocciano, a fornire la materia prima. Due le etichette, un Montepulciano d’Abruzzo (che porta i tratti caratteristici del vitigno con aromi abbondantemente fruttati e speziati e con progressione gustativa profonda, intensa, solida e persistente) ed un Trebbiano, ottenuto da piante vecchie di 65 anni, condotte a biologico. Entrambi in purezza ed affinati in legno con l’enologo Giovanni Basso a seguirne le vinificazioni, sono lavorati con “l’Atomos Three-Finger process”, in fase di brevettazione, che prevede una diraspatura manuale, usando sole tre dita, senza nessun intervento ulteriore. Un’idea nata guardando le donne di Creta che usavano questa tecnica per l’uva sultanina. Ogni anno nascono poche bottiglie, 600 per ciascuna etichetta, promettendo di poter invecchiare almeno 30 anni. Anche il packaging è del tutto peculiare: bottiglie da un litro, in astucci di Alcantara cuciti a mano. Mentre la versione magnum, in edizione limitatissima, riporta anche il logo di Atomos, che è gestito dalla Società Agricola 1by1 di Stefano Di Nisio e Maria Kalafati, realizzato in oro a 18 carati.
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