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BELLA E FUNZIONALE: DOPO LE CATTEDRALI DEL VINO PROGETTATE DA ARCHISTAR COME RENZO PIANO, MASSIMILIANO FUKSAS E FRANK GEHRY, ADESSO A FARLA DA PADRONE “È LA FUNZIONALITÀ”. PAROLA DELL’ARCHITETTO ANDREA CLEMENTI (ENOCONSULT)

Italia
La bottaia di Rocca di Frassinello firmata Renzo Piano

A vederle da fuori sembrano cattedrali, monumenti innalzati al Dio Bacco, opere sontuose, gioielli dell’architettura moderna: sono le cantine firmate dalle più grandi “archistar” del mondo, da Renzo Piano a Massimiliano Fuksas, da Mario Botta a Frank Gehry, da Christian de Portzamparc a Massimo Pagliari, da Jean Nouvel fino alla risposta artistica dello scultore Arnaldo Pomodoro, autore del “Carapace” di Tenuta Castelbuono, l’azienda umbra della famiglia Lunelli. Ma da dentro, sono “macchine” perfette al servizio della produzione enoica, perché nella progettazione di una cantina, certi equilibri non devono mai mancare.

“È fondamentale che ci sia un connubio, una sorta di biezione - come spiega a WineNews, Andrea Clementi di Enoconsult, società di consulenza tecnologica e di engineering specializzata nelle soluzioni tecniche in enologia - tra architettura ed organizzazione degli spazi e delle procedure di lavoro. Impostate inizialmente le varie fasi lavorative è necessario che l’apparato architettonica coniughi l’aspetto estetico a quello funzionale”.

Un esempio, illustre, di come coniugare estetica e funzionalità è quello della cantina di Rocca di Frassinello, un progetto firmato da Renzo Piano, cui ha collaborato proprio la Enoconsult: “un lavoro non semplice, perché alcune peculiarità molto impattanti a livello estetico volute da Renzo Piano, hanno comportato qualche piccolo problema nelle attività lavorative, che siamo riusciti a compensare con dei piccoli accorgimenti tecnici, specie nel reparto della barricaia”.

Ma se l’approccio estetico ha segnato un’epoca, oggi gli imprenditori del vino chiedono altro, “vogliono pragmatismo, sia che si tratti di un lavoro di ristrutturazione che di una cantina da costruire ex novo, e questo non vuol dire tralasciare l’aspetto estetico progettando brutte cantine, ma concentrarsi maggiormente sulla funzionalità. I tempi delle cattedrali del vino, ormai, sembrano finiti, anche in virtù di costi eccessivi, ben al di sopra della reale capacità produttiva di certe aziende. Una tendenza che - conclude Clementi - non ha nulla a che fare con la crisi, perché in cantina la funzionalità l’ha sempre fatta da padrona”.

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