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“Bene Renzi che elogia il vino italiano, ma chiediamo più attenzione al Governo, a partire dal prossimo Testo Unico del Vino”. Così Carlo Giovanni Pietrasanta, presidente Movimento Turismo del Vino: “manca una legge chiara per l’enoturismo”

“Bene il premier Matteo Renzi per l’annuncio della cancellazione dell’Imu e dell’Irap agricola dal prossimo anno e anche per aver definito il vino italiano migliore di quello francese. Ma dai francesi abbiamo tutto da imparare in materia di enoturismo, basta guardare come è fatto il sito Italia.it, che non ci rappresenta e per questo vogliamo curarne i contenuti. Chiediamo perciò maggiore attenzione da parte del Governo e del Ministero delle Politiche Agricole, a partire dal prossimo Testo Unico del Vino”. Così il presidente del Movimento Turismo del Vino, Carlo Giovanni Pietrasanta, ha commentato le dichiarazioni del presidente del Consiglio rilasciate alla “Giornata dell’Agricoltura Italiana”, organizzata da Coldiretti a Expo 2015.
“Il nostro enoturismo - ha aggiunto Pietrasanta a WineNews - con il suo giro d’affari da 5 miliardi di euro, è un comparto vincente ed è il miglior veicolo di comunicazione del vino italiano. Un testimonial importante del made in Italy che ad oggi non trova ancora una casa e neanche una legge quadro, e soffre di un dualismo tra turismo e agricoltura che sembra paradossalmente essere un disvalore agli occhi delle istituzioni. Oggi un’azienda vitivinicola che vuole fare enoturismo, o lo fa districandosi tra la burocrazia e rischiando in proprio (perché non ci sono le leggi adeguate) o non lo fa, o è costretta a farlo gratuitamente. Gli stranieri che arrivano in aereo, con le nuove norme, non possono neanche portarsi via il vino. Abbiamo bisogno mettere mano alla legge sul turismo del vino dove si stabiliscono bene come si possono fare le cose senza trasformare una cantina, in un ristorante, un museo o un bar”.
“Se io voglio fare una visita in cantina e al mio vigneto e impegno me stesso o il mio agronomo o l’enologo - insiste il presidente Pietrasanta - non ho la possibilità di fare la fattura al tour operator che mi manda le persone. Perché come azienda agraria non posso fatturare una cosa del genere. Abbiamo l’esigenza, senza diventare agriturismi, di poter farsi pagare la visita. Perché oggi non possiamo permetterci di investire tempo gratuitamente. Anche perché così non siamo attendibili all’estero”.
E anche sulla promozione e la comunicazione si può fare di più. “Il sito italia.it non ci rappresenta - conclude - è troppo complicato da utilizzare. Ci sono poi poche informazioni sui luoghi del vino, e il link che rimanda al sito della nostra associazione (www.movimentoturismovino.it), che dobbiamo peraltro migliorare, è difficile da trovare. E poi ci sono troppi soggetti privati sponsorizzati. Noi siamo qui da 23 anni e nessuno ci ha chiesto un confronto e delle idee su come costruire questo sito, almeno per la parte legata al turismo del vino. Oggi noi in Italia, grazie alla nostra fondatrice Donatella Cinelli Colombini, abbiamo creato un mercato che è stimabile in 5 miliardi di euro. Vogliamo, dunque, gli strumenti per dare una mano al comparto del vino italiano”.

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