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Da Palmanova a Grado, in Friuli Venezia Giulia, alla scoperta del vino e della storia
di Eleonora Ciolfi

Un viaggio nella storia, per un itinerario che parte da Palmanova, curiosa città a forma di stella, per andare alla scoperta di Aquileia e dei suoi capolavori, e poi conduce, dopo aver fiancheggiato la laguna e il suo paradiso naturale, a visitare Grado, per lasciarsi assorbire completamente dall’eleganza mitteleuropea e fermarsi in totale relax sulla spiaggia affacciata sul mare Adriatico.


Palmanova
Di straordinario interesse dal punto di vista della storia dell’architettura militare, la città fortezza di Palmanova sorge alla fine del Cinquecento a guardia dei domini della Serenissima, sulla via fra Udine ed il litorale adriatico. La sua pianta perfettamente poligonale, a stella con nove punte, era quanto di meglio potesse progettare l’ingegneria difensiva dell’epoca: in realtà la piazzaforte non fu mai impegnata in eventi bellici. L’odierna Palmanova, dichiarata monumento nazionale, ha un fascino completamente godibile solo in fotografia aerea, che si coglie altrimenti solo in parte visitando la città. Da visitare la geometrica piazza Grande e le ricostruzioni esposte nei due musei cittadini (Civico Museo Storico e Museo Storico Militare). Nella piazza esagonale, esattamente al centro dell’abitato, spicca su un lato la facciata ben proporzionata del Duomo seicentesco; di fronte si trova il Palazzo dei Provveditori Generali (governatori della piazzaforte), ora sede municipale
Mangiare & dormire
Sosta consigliata al ristorante Convento (Borgo Aquileia, 10 - tel. 0432/923042), ricavato da un edificio del Seicento: crudità di pesce, come tartara e carpaccio di branzino, costata di manzo australiano, strudel di carciofi e porri. Buona la carta dei vini. Per dormire c’è il centralissimo albergo Commercio (Borgo Cividale, 15 - tel. 0432/928740), con stanze semplici e ben tenute.


Aquileia
Il suo nome evoca episodi di storia che sono rimasti impressi nella memoria di tutti. I romani fondano la colonia d’Aquileia nel 181 d.C., grazie alla sua posizione straordinaria sulle sponde del fiume Natisone, navigabile fino al mare. Strategica per proteggere l’alto Adriatico e baluardo per spingersi alla conquista dell’Europa centro-orientale, Aquileia diventa sotto l’imperatore Augusto capoluogo della X regione “Venetia et Histria” ed importante porto commerciale fino al V sec. d.C., prima delle invasione barbariche. Nel 452 d.C. accade l’episodio citato da tutti i libri di storia: la devastazione da parte di Attila e delle sue orde della splendida città romana. Le sue vicende tornano ad essere luminose tra l’XI e il XV secolo, quando Aquileia diventa importante Patriarcato con influente potere politico su una grande giurisdizione ecclesiastica, e luogo di passaggio per i pellegrini diretti verso Roma, Costantinopoli e Gerusalemme. Per lo straordinario contenuto storico e archeologico Aquileia è stata dichiarata “patrimonio dell’umanità” dall’Unesco. Ad Aquileia non si può mancare la visita della Basilica: il vescovo Teodoro la fa costruire dopo l’editto di Milano (313 d.C.), e Aquileia diventa un importante punto di riferimento per i fedeli. Sulle basi di questo complesso s’installano tutte le successive modifiche e i nuovi interventi costruttivi. Dell’epoca di Teodoro (IV sec.) è rimasto il bellissimo e grande pavimento a mosaico, ricco di figure e immagini simboliche, importante testimonianza paleocristiana in Occidente. Passate le devastazioni barbariche, nell’XI secolo il vescovo Poppone ricostruisce la Basilica e aggiunge il Santo Sepolcro, mentre nel secolo successivo vengono eseguiti gli affreschi nella cripta massenziana e più tardi le arcate gotiche (1348). Accanto al Santo Sepolcro, un tempietto circolare romanico, c’è l’ingresso alla cripta degli scavi, che conserva i resti delle due basiliche paleocristiane del IV secolo e di una casa romana del I secolo d. C. Il campanile sembra essere stato costruito come torre d’avvistamento con il materiale proveniente dalla distruzione dell’anfiteatro sotto il vescovo Poppone.
Per quanto riguarda gli scavi purtroppo non restano molte tracce dell’epoca romana. Secondo l’antico tracciato urbano nel foro, posizionato al centro, si svolgevano i comizi e le assemblee aperte al pubblico. Da qui si dipartivano le strade che conducevano al porto, al teatro e alle strutture pubbliche, per finire nelle zone abitate con le botteghe e le officine. Vicino al foro c’è la basilica forense, il luogo deputato alle cause ed agli affari. Verso il porto, percorrendo la Via sacra fiancheggiata di cipressi, gli scavi hanno riportato alla luce le antiche banchine e i resti dei magazzini, e reso visibile l’antica pietra grigia d’Istria. Lungo la via Augusta si trovano alcune case romane, di cui rimangono solo le stanze, alcune delle quali ricoperte di splendici pavimenti a mosaico. Splendido il mosaico del Buon Pastore, in abiti orientali, visibile in uno degli oratori. Si possono ancora ammirare cinque aree sepolcrali, ognuna appartenente ad una famiglia romana. Il mausoleo è invece la tomba di un nobile casato, forse di un magistrato, ritrovata ad est d’Aquileia. Adornata da belle scultore e bassorilievi, è della metà del I sec. d. C. Da visitare anche il museo archeologico e quello paleocristiano, dove sono raccolte importante testimonianze della vita pubblica e privata, gemme e preziosi, iscrizioni funerarie e mosaici ritrovati durante i lavori per riportare alla luce l’antica Aquileia.
Mangiare & dormire
Per una tappa gustosa dopo la visita alla città fermatevi al ristorante Colombara (Via Zilli, 42 - tel. 0431/91513), una grande casa fuori dal centro con due accoglienti sale in stile rustico: potrete assaggiare sia cucina di pesce (sarde in saor, tagliolini con pesce spada e asparagi, calamari ripieni), ma anche piatti particolari tratti dalle ricette dell’antica Roma. Per gli appassionati del genere a luglio ed agosto nei ristoranti di Aquileia si svolge la rassegna “A tavola con gli antichi romani”, un tuffo nel passato nei sapori dimenticati. Nel cuore del centro storico-archeologico di Aquileia, l’hotel Patriarchi (Via Giulia Augusta, 12 - tel. 0431/1919596) è semplice e funzionale, con camere arredate piacevolmente e di buon comfort.


Grado
E’ un isolotto sabbioso proteso tra la laguna - con bellissime suggestioni paesaggistiche e la natura incontaminata - ed il mare Adriatico. Nella cittadina si respira il fascino e l’eleganza della Mitteleuropa da quando, nel 1892, l’Impero Asburgico la nomina “stazione di cura ufficiale”. Ma le vicende storiche di Grado sono legate ad Aquileia, perché l’isola sull’Adriatico è stata in passato residenza dei patriarchi della città romana. Oltre alle terme e alle belle spiagge - la spiaggia di Grado è il primo incontro per chi proviene dal nord e si trova in posizione speciale, perché essendo rivolta tutta a mezzogiorno, riceve il caldo sole del sud - oggi fornite dei migliori servizi e delle attrezzature per fare sport, Grado possiede un bel centro storico. Potete passeggiare tra le stradine, le calli e campielli “veneziani” per scoprire la basilica paleocristiana di Santa Maria delle Grazie (V secolo) con battistero a forma ottagonale. E il Duomo di Sant’Eufemia, inaugurato nel 597 d.C. ed eretto su una precedente e più piccola basilica del secolo precedente. Il campanile a cuspide è del 400 d.C. e sulla sommità risplende la statua di S. Michele. Nell’interno a tre navate su colonne romane si può ancora ammirare un bellissimo mosaico (VI secolo), che gli aquilesi costruirono in varie fasi, trovando scampo nelle isole lagunari alle devastazioni dei Barbari. In piazza della Vittoria gli scavi hanno riportato alla luce i resti di una basilica paleocristiana, con sarcofagi e un battistero, forse destinato al culto ariano. Non dimenticate, prima di lasciare Grado, di fare una passeggiata nel borgo dei pescatori e di ammirare i “casoni” di pesca, testimonianza di una tradizione sempre viva.

Mangiare & dormire
A Grado si va anche per assaggiare i piatti di pesce, vera specialità di tutti i ristoranti. Sosta obbligata per i buongustai all’Androna (Calle Porta Piccola, 4 - tel. 0431/80950), tra le suggestive calli di Grado antica: pesce freschissimo in arrivo dalle barche locali, preparazioni fantasiose, servizio familiare e cortese. Da non perdere gli antipasti di vongole e cappesante dell’Adriatico, il classico “boreto” gradese (saporito ristretto di pesce), i tagliolini fatti in casa al sugo di “granzo poro” (granchio di scoglio). Sempre all’insegna della cucina tradizionale il ristorante Toni (Piazza Duca d’Aosta, 47 - 0431/80104), dove potete ordinare le sarde in saor, i frutti di mare alla “scotadeo” e i gustosi tagliolini al nero di seppia. Per dormire suggeriamo il meublè Metropole (Piazza S. Marco, 15 - tel. 0431/8762239), edificio ottocentesco affacciato su un romantico porticciolo, dotato di comfort come idromassaggio e bagno turco in ogni camera. Risale invece agli anni Venti l’Antica Villa Bernt (Via Colombo, 5 - tel. 0431/82516), elegante albergo completamente ristrutturato e caratterizzato da interni accurati ed accoglienti.

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