Magnate del petrolio con la passione per il vino, che lo ha condotto ad investire in Argentina, Uruguay, Bordeaux e Italia, Alejandro Bulgheroni, tra i 1.000 uomini più ricchi del mondo secondo Forbes, ha costruito in Toscana un vero e proprio impero enoico, con roccaforti nei migliori terroir regionali. Dal Chianti Classico a Montalcino, passando per Bolgheri, dove in pochi anni il petroliere argentino ha messo insieme oltre 300 ettari a vigneto, divisi tra le aziende Dievole, Poggio Landi, Podere Brizio, Tenuta le Colonne e Tenuta Meraviglia. Aspettando un più che giustificato assestamento complessivo dei vini prodotti in areali così diversi, quelli che già hanno acquistato una fisionomia definita e qualitativamente significativa, sono senz'altro le etichette prodotte a Dievole nel Chianti Classico, che è, peraltro, il primo progetto realizzato in Toscana e che oggi conta su 80 ettari a vigneto, per una produzione di 350.000 bottiglie. Il Chianti Classico Gran Selezione Vigna di Sessina 2017 vince alla grande la sfida con un’annata non certo lineare. I profumi sono ben registrati, intensi ma al contempo fragranti, spaziano dai frutti rossi ai fiori, con tocchi affumicati e speziati e cenni di grafite e pietra focaia a rifinitura. In bocca, il vino ha struttura importante ma mai debordante, sviluppo continuo, succoso e sapido, finale ampio e profondo, dai ritorni fruttati e speziati.
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