Clos Vougeot. Uno di quei toponimi di Borgogna che, per chi la ama, sanno subito di magia: souvenir di etichette e annate mitiche, e su tutto il fascino del vino contadino di nascita che poi ascende a nobiltà regali. Bertagna è in tutto 17 ettari (quattro dedicati allo Chardonnay, il resto al Pinot Noir) per coprire 18 denominazioni con 5 Grand Cru nel mazzo e un 1er in orgoglioso monopolio, il Vougeot Clos de la Perrière. A condurre il gioco, oggi, una signora di nome Eva, tedesca, e il francese Denis Rozat, insostituibile partner. Produzione a quattro mani, figlia di agricoltura delicata e sostenibile, con pari attenzione a uve e ambiente in cui si sviluppano. Prima di loro (e della famiglia di lei, approdata qui nel 1982) era stato Claude Bertagna nel 1950 a fondare il Domaine, nel cuore della Cote de Nuits. Il processo produttivo è – in una parola – classico-moderno. I rossi fermentano in acciaio per poi passare in legno piccolo, fino a 18 mesi per le etichette più importanti. Il Clos Vougeot ne fa ovviamente parte: 0,31 ettari la parcella madre preziosamente posizionata; avvolgenti ed eterei insieme gli aromi - di ciliegia, visciola, mora - che si modulano in lenta espansione al gusto, fresco all’impatto ma fruttato e appena “terroso” man mano che il vino scalda i motori in bocca. Prensile (i tannini sono fini e coesi) ha presente già sontuoso e futuro con gran belle premesse.
(Antonio Paolini)
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