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VULCANEI

I Volcanic Wines si scoprono di tendenza, nel Belpaese ecco la “Carta dei suoli Vulcanici d’Italia”

Accomunati da caratteristiche simili e da un suolo unico, i vini del vulcano di tutto il mondo si sono riuniti a Vulcanei
DONNE DELLA VITE, Padova, SOAVE, VINI VULCANICI, VULCANEI, Italia
I vini dei vulcani sempre più di tendenza

La ricerca di vini particolari, non banalmente globalizzati, che abbiano da raccontare delle storie è la tendenza che contraddistingue i consumi degli appassionati di vino a qualsiasi generazione appartengano e in quasi ogni parte del mondo. In questo solco i “vini dei vulcani” hanno le carte in regola e questo spiega l’attenzione che stanno riscuotendo. E per i vini da suolo vulcanico il Belpaese ha un doppio primato: è il Paese più vocato a produrli per la presenza di suoli vulcanici molto diversi, per la ricchezza di varietà autoctone e per la differenza di condizioni climatiche; è il Paese dove è nato, quasi dieci anni fa, il movimento Volcanic Wines che ha messo in rete ben 19 realtà dove il vulcanesimo lascia il segno sui vini tra Consorzi di tutela e altri soggetti territoriali.
Primati che impongono una certa responsabilità sulla validazione di questi vini perché si profila, come sempre capita a fronte di una tendenza vincente, un “assalto al carro”, ed ecco che il Volcanic Wines network (VWn) rilancia la sua progettualità e punta a diffondere l’uso del proprio marchio sui “vini dei vulcani”, a pervenire a una carta dei suoli vulcanici italiani convalidata da un pull di Università che rappresenti uno strumento dirimente per l’adesione di nuovi territori e aziende e, infine, a potenziare la ricerca sulle caratteristiche dei vini da suolo vulcanico per definirne le peculiarità.

Questi in sintesi gli obiettivi a breve e medio termine del Volcanic Wines network che i fondatori storici hanno voluto presentare proprio a Vulcanei (www.vulcanei.wine), organizzato dal Consorzio Vini Colli Euganei, con 72 aziende e oltre 400 etichette provenienti da 18 territori vulcanici, tra italiani ed europei, con i vini dell’isola greca di Santorini e dei territori ungheresi del Lago Balaton e del Tokaj, degustazioni e due master class di John Szabo, e autore del libro “Volcanic Wines, salt, grit and power”. “Siamo molto felici che Vulcanei sia la manifestazione di riferimento per i vini da suoli vulcanici - ha commentato Marco Calaon, presidente del Consorzio Vini Colli Euganei - e che dal nostro territorio segnato dal vulcanesimo parta una nuova progettualità anche per altre aree di produzione che auspichiamo coinvolga tutti gli stakeholder per uno sviluppo del proprio potenziale in un’ottica più ampia”.
I vini provenienti da terreni vulcanici, per le loro caratteristiche comuni di spiccata sapidità unita a freschezza e alla particolare evoluzione dei precursori d’aroma, sono complessi e longevi. Non facili da approcciare inizialmente, sono “vini gastronomici”, complemento ideale per il cibo. “Alla luce del grande riscontro di pubblico che questi vini stanno ottenendo - ha spiegato Edoardo Ventimiglia, vicepresidente del Consorzio Bianco di Pitigliano e Sovana - e dell’attenzione di aziende ai confini di territori effettivamente vulcanici che vorrebbero cavalcarne l’onda, ci siamo posti il problema di validare questa appartenenza e ora vogliamo dare solidità al lavoro che abbiamo fatto fin qui in quasi dieci anni. Abbiamo solidi rapporti con geologi e vulcanologi di diverse Università che coinvolgeremo per definire una “Carta dei suoli Vulcanici d’Italia”. Un documento frutto di un lavoro scientifico super partes che serva quale riferimento per l’inclusione dei vini in questa categoria. La mappa esistente sulla quale ci siamo orientati finora e che ad oggi riflette i territori inclusi nel nostro gruppo va meglio definita e approfondita. I vini da suolo vulcanico potranno fregiarsi del marchio registrato “Volcanic Wines” non appena ridefiniti i dettagli del suo regolamento d’uso. Peraltro alcune cantine lo utilizzano già per concessione del Consorzio di Soave che ne è proprietario. L’apposizione del marchio su larga scala ci aiuterà eventualmente a finanziare il progetto che comprende, inoltre, la ricerca delle caratteristiche peculiari dei vini dei vulcani. Il lavoro è partito, sono in corso analisi, ma i tempi sono lunghi. Grande ruolo avrà poi la comunicazione dei valori che individueremo e il loro racconto. Presenteremo lo stato dell’arte e i nostri progetti a ViniMilo, il prossimo appuntamento per i vini vulcanici che si svolgerà nella cittadina etnea a inizio settembre”.
“L’altro aspetto molto importante su cui ultimamente abbiamo lavorato a Soave istituendo il Volcanic Wine Park - ha aggiunto Chiara Mattiello del Consorzio Lessini Durello - è quello relativo allo sviluppo del turismo esperienziale per fare proposte integrate perché il turista fruisca completamente del territorio. Siamo pochi, piccoli e definiti e abbiamo da proporre un racconto originale e distintivo di tutto quanto offrono le aree vulcaniche”. E gli esempi di attrattori in terre di vulcani, accanto all’enoturismo, sono tanti. Termalismo, Parco Regionale e Biodistretto nei Colli Euganei; i basalti colonnari dell’area di Soave in Veneto; le grotte scavate nel tufo di Pitigliano in Toscana, per citarne soltanto alcuni. Un esempio virtuoso in questo senso è quello della Stiria, regione austriaca molto povera che da quando ha “scoperto l’acqua calda”, letteralmente, e ha cambiato il suo nome in Volcanic Land ha costruito un’offerta turistica integrata che ne ha cambiato le sorti economiche.
“La nostra - ha proseguito Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di Soave fondatore del Vwn - continuerà ad essere una “rete non codificata di intelligenze”, a cui aderiscono Consorzi, produttori illuminati, istituzioni, che non va cristallizzata con regole che potrebbero frenarla. Ogni realtà deciderà a quali iniziative partecipare, gli eventi da organizzare sul proprio territorio, come è stato fino ad adesso. Siamo stati in rete per quasi dieci anni grazie a questa apertura. Saranno altri soggetti esterni a parlare, promuovere e distribuire i vini dei vulcani italiani, europei e mondiali”.
Il riferimento è al progetto Volcanic Wines International che vuole offrire opportunità di visibilità ai produttori di vino vulcanico di tutto il mondo e che ha organizzato la prima International Volcanic Wine Conference (IVWC) nel marzo scorso a New York.
“Stiamo pensando di creare negli Stati Uniti un wine club dedicato ai vini dei vulcani - ha raccontato John Szabo, organizzatore di Volcanic Wines International - con l’appoggio di importanti piattaforme di vendita on line. Credo che i temi che state affrontando e gli obiettivi che vi prefiggete possano essere interessanti per la seconda International Volcanic Wine Conference che si svolgerà in un’altra importante città degli Usa, come San Francisco o Chicago, oppure in Canada a Montreal o a Toronto”.

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