Era il 1845 quando Vincenzo Ippolito impresse le proprie iniziali sul casolare di campagna nella marina di Cirò, valorizzando la vigna, benché il consumo del vino fosse prettamente locale. Dopo la prima Guerra Mondiale, Don Vincenzo riprese l’attività iniziata dal nonno, scommettendo ancora sulla viticoltura e il territorio di Cirò. Nasce così la prima cantina moderna a Cirò. Negli anni Trenta del secolo scorso, sebbene il vino venduto fosse solo sfuso, il mercato comincia a crescere, il Cirò comincia a farsi conoscere e, negli anni Quaranta, Don Vincenzo inizia, per primo in Calabria, ad imbottigliare il suo Cirò. Ma è negli anni Settanta, sotto la guida dei fratelli Antonio e Salvatore Ippolito, che la cantina decolla definitivamente e l’estensione a vigneto arriva a 60 ettari. Arrivano invece negli anni Ottanta i primi riconoscimenti della critica e, 10 anni dopo, muore uno dei fratelli Ippolito, Antonio. Oggi, a guidare l’azienda c’è la quinta generazione della famiglia gli ettari a vigneto sono 100 e la produzione ha raggiunto il milione di bottiglie, conquistando anche i mercati internazionali. Il Pecorello 2023 possiede un bagaglio aromatico ricco e intenso, che rimanda ai fiori, agli agrumi e alla frutta tropicale, con tocchi leggermente iodati. In bocca il sorso ha buona consistenza, con il frutto polposo ben valorizzata da una fresca vena acida, terminando con un finale sapido e ancora agrumato.
(are)
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