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VINO E CULTURA

L’Orto Botanico di Palermo diventa la “casa” dei vitigni autoctoni della Sicilia

Il progetto pubblico-privato che vede insieme Doc Sicilia, Università di Palermo e Orto Botanico della città, in quella che era la “Vigna del Gallo”
DOC SICILIA, ORTO BOTANICO, PALERMO, VITIGNI, Italia
L’Orto Botanico di Palermo diventa la “casa” dei vitigni autoctoni della Sicilia

Tra storia e ricerca, tra passato e futuro, tra pubblico e privato: nasce così il progetto che vede fianco a fianco la Doc Sicilia, l’Università di Palermo e l’Orto Botanico della città, che sarà la casa dei vitigni dell’Isola, dal Grillo al Catarratto, dallo Zibibbo al Nero d’Avola, dal Perricone al Frappato, che saranno piantati e allevati proprio nel cuore della città di Palermo. Le varietà di vite - due esemplari per ogni singola antica cultivar - torneranno in quella che era la “Vigna del Gallo” dei Duchi di Archirafi, il luogo dove dal 1795 sorge l’Orto Botanico. Il vigneto, seguendo le antiche tradizioni, sarà coltivato con i metodi dell’agricoltura biologica. L’orto Botanico di Palermo è una delle più importanti istituzioni accademiche italiane ed è considerato un enorme museo all’aperto. Lo spazio prescelto per la “Vigna del Gallo” è una porzione di terreno della grandezza di 15 metri per 15 nelle vicinanze della “Serra delle Succulente”, lo spazio dedicato alle piante grasse. In passato questi terreni avevano ospitato, in una piccola collezione di Poaceae.
L’idea alla base del progetto di Università di Palermo e Consorzio di Tutela vini Doc Sicilia è di far rivivere la vigna, acquistata dalla Regia Accademia degli Studi di Palermo nel piano di Sant’Erasmo.
L’Orto Botanico sorge infatti su una piccola porzione delle terre della “Vigna del Gallo”, possedute dal duca Ignazio Vanni d’Archirafi, proprio accanto alla pubblica Villa Giulia sorta nel 1777. “Il progetto si inserisce nelle attività che il Consorzio sta portando avanti nel valorizzare le varietà autoctone della Doc Sicilia”, spiega Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio di tutela Vini Doc Sicilia. Aggiunge Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia: "Far coesistere le diverse varietà siciliane di viti in un unico spazio dell’Orto Botanico di Palermo - che rappresenta una delle più importanti istituzioni accademiche italiane- è un’ulteriore testimonianza dell’importanza che attribuiamo alla conservazione della biodiversità”. “Immaginare il “ritorno” della vite in quella che fu la “Vigna del Gallo”” precisa Paolo Inglese, direttore del Centro Servizi Sistema Museale dell’Università di Palermo, “significa lasciare un segno tangibile del passato del luogo, riconoscere e far conoscere una delle più importanti matrici di biodiversità del Mediterraneo come è quella della vite in Sicilia. Ed è un altro elemento di apertura del Sistema Museale e in questo caso dell’Orto Botanico, alle più importanti realtà istituzionali ed economiche in Sicilia”.
Le fasi del progetto verranno coordinate dal professor Paolo Inglese, direttore del Centro Servizi Sistema Museale dell’Università di Palermo, e sarà seguito dal Direttore dell’Orto Botanico, il professor Rosario Schicchi, e dal curatore, Manlio Speciale, che spiega: “l’area è stata scelta perché è da sempre destinata a collezioni connesse con l’utilità delle piante. “Miscuit utile dulci” è una frase di Orazio che racchiude una delle missioni dell’Orto Botanico: abbiamo il compito di studiare la botanica, ciò che è dolce, e quindi sublime da studiare, anche a prescindere dalla sua utilità. Ma nello stesso tempo l’Orto Botanico ha il compito di provare l’utilità delle piante. E questa zona è legata al Settore Sperimentale: è infatti adiacente alle piante medicinali di alloro, mirto, menta, alle officinali, da sempre fondamentali e utili all’umanità”.

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