Ci sono solo 3 etichette, fra le 8 che compongono la linea di vini fermi della cantina Moser, ad avere un disegno stampato insieme al nome, al vitigno e all’annata: sono il Riesling Renano, il Sauvignon Blanc e la selezione di Teroldego chiamato Rubro. Sono infatti gli unici 3 ad andare incontro ad un affinamento in cantina più lungo dei restanti vini e per questo Carlo e Matteo hanno deciso di renderli riconoscibili con un disegno di Paolo Tait (artista trentino amico di famiglia che ha tratteggiato anche il logo “Warth”). Quello del Rubro “sembra Goldrake in altalena”, ma la verità sta nella mente del Tait, composta da segni astratti che pesca dall’inconscio sedimentato della sua esperienza di artista. I cugini Moser hanno scelto quelli più antropomorfi, che ricordano l’attività umana: a noi il compito di proiettarci ciò che più ci è affine. Magari sorseggiandone il contenuto: un vino scuro e profondo eppure accogliente, con un guizzo vivace, che mette insieme la dolcezza dell’amarena in confettura e l’acidità del ribes rosso appena colto, l’eleganza della violetta e la selvaticità rovo, il succo impertinente di melograno, la freschezza del sottobosco trentino, ma anche la mineralità delle sue rocce. Il sorso è levigato e sorprendentemente pieno: prevale la parte floreale nei sapori con un tocco amaricante da arancia amara, dove sapidità persistente e calore diffuso si congedano con ricordi vegetali.
(ns)
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