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“Oggi l’Italia del vino in Cina vale il 6% del mercato, ma in 5 anni raggiungeremo il 20%”: parola di James Suckling che, partendo da Montalcino e del Brunello, si propone come “Marco Polo” del vino italiano sulla “Via della Seta”

Italia
James Suckling

Il Brunello di Montalcino è una delle “divinità” del pantheon del vino mondiale, e James Suckling si candida ad essere il suo “profeta” in Asia. Invitando i produttori a puntare, insieme a lui, sui grandi mercati di Cina e dintorni, come hanno fatto, a loro tempo, sugli Usa, oggi primo mercato per il grande rosso toscano. Ecco, in estrema sintesi, il messaggio lanciato dal critico, ex firma di “Wine Spectator” ed oggi “battitore libero” con il suo JamesSuckling.com, e attivo soprattutto nei mercati orientali.
Un messaggio, lanciato nei giorni scorsi, quando James Suckling è stato il primo critico (tra i molti che hanno contribuito a far conoscere, apprezzare ed affermare il Brunello di Montalcino nel mondo, ed in particolare negli Stati Uniti, soprattutto nei suoi anni a “Wine Spectator”) a ricevere, in Italia, la “cittadinanza onoraria” dall’Amministrazione Comunale di un territorio blasonato del vino, come Montalcino (https://goo.gl/saNcHQ), con l’appoggio del Consorzio del Brunello e dei produttori, presenti come in poche altre occasioni, alla consegna del riconoscimento a Suckling che, di fatto, si è proposto come loro “Marco Polo” sulla “via della Seta”: “è stata una mia intuizione farvi conoscere in Usa, ora tocca alla Cina”.

Un mercato, quello dell’Asia, che da anni è visto come “terra promessa” per il mercato del vino mondiale, ma dove il Belpaese, nonostante tanti investimenti e una buona crescita nel 2017 (+21% sul 2016, intorno ai 120 milioni di euro, secondo Coldiretti su dati Istat), per le cantine italiane, in generale, è ancora poco performante.
“Ma crescerà, e se oggi il vino italiano vale solo il 6% del mercato del vino di importazione, sono convinto che, nei prossimi 5 anni, arriveremo al 20%”. Parole ambiziose, perchè vorrebbe dire che il valore delle esportazioni verso la Cina, da parte delle cantine italiane, dovrebbe più che triplicare nel giro di un lustro ...

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