Il Chianti Classico Brolio 2020, sfrutta un’annata interessante per la denominazione del Gallo Nero, evidenziando un bel fruttato rigoglioso e fresco al naso, accompagnato da qualche cenno affumicato e terroso. In bocca, il sorso è sapido e ben contrastato, dal finale dolce dai ritorni leggermente affumicati. Il Castello di Brolio, ha bisogno di poche presentazioni. Ci sono tutti gli ingredienti: storia, blasone, famiglia e in più il fatto che qui è stato inventato il vino più famoso di Toscana. Oggi è una delle aziende chiantigiane dal patrimonio in vigneti tra i più estesi della denominazione, 235 ettari, da cui ha selezionato un proprio clone di Sangiovese, che porta il nome “Brolio”, e, in qualche misura, “comprende” l’intero assetto pedo-climatico del Gallo Nero, estendendosi nei tratti più vocati del suo areale. Produce 1.200.000 di bottiglie, e grazie ad una zonazione aziendale avviata nel 2008, ha posto all’apice del suo portafoglio etichette decisamente importanti (i Cru “Colledilà”, “Roncicone” e “CeniPrimo”) capaci di indirizzare verso la modernità perfino tutto un territorio. Il vero Château italiano, verrebbe da dire, con il nuovo corso impresso da Francesco Ricasoli senza clamori ormai quasi venti anni fa, che ha portato una così decisa accelerazione alla qualità dei vini di Brolio, tanto che oggi è davvero difficile non citarli, quando si parli seriamente di Chianti Classico.
(fp)
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