San Michele Appiano, in attività dal 1907, è una delle più importanti cantine cooperative altoatesine, composta da 350 soci che, con il loro lavoro su 380 ettari di vigneto, forniscono una materia prima ineccepibile alla cantina situata alle porte di Bolzano, per una produzione media di 2.200.000 bottiglie. Si tratta di una realtà dalla connotazione decisamente bianchista e, soprattutto, il Sauvignon Sanct Valentin, per fare l’esempio più eclatante, è ormai una vera e propria icona. Ma come accade spesso a queste latitudini, non solo. Il lavoro di Hans Terzer, storico winemaker della cantina di San Michele Appiano, dove lavora dal 1977, spazia anche sul versante rossista. Lagrein prima di tutto, Schiava e i classici vitigni internazionali, ma anche Pinot Nero, in una sfida più difficile e più intrigante. In Alto Adige il nobile vitigno francese è coltivato dal 1850 ed è chiamato Blauburgunder, mantenendo la sua fama di varietà esigente tanto in campagna quanto in cantina. È dal 1995 che per il Pinot Nero della linea Sanct Valentin vengono selezionate solo le vigne migliori e più vecchie (dai 10 ai 24 anni di età). La versione Riserva 2015, affinata in barrique e tonneau per un anno, al naso esprime belle note di piccoli frutti, viola, vaniglia tostata, rifinite da tocchi di sottobosco. In bocca, l’attacco è morbido e denso, ben bilanciato e dalla chiusura che torna sul frutto.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024