In Italia non se ne parla poi molto, ma in altri Paesi è realtà ormai da qualche anno, un arco di tempo che non può più essere inquadrato come semplice “moda” occasionale. Parliamo del “Dry January”, il mese di “disintossicazione” dagli alcolici che segue gli “eccessi” delle festività natalizie, un fenomeno che ha preso piede principalmente nelle realtà anglosassoni e nel Nord Europa, trovando seguaci anche in Francia, una delle patrie del vino, motivo per cui si sta aprendo un dibattito che fatica a chiudersi. Il punto è che, da una parte, ci sono gli esperti di dipendenze che spingono per un mese da trascorrere “alcool free”, chiedendo il sostengo delle istituzioni per questa campagna di sensibilizzazione, e, dall’altra, c’è lo Stato, guidato da Macron, che dice invece di “no”, perché è giusto puntare sulla moderazione e l’educazione al consumo, difendendo la tradizione e la cultura enoica francese.
La polemica si è accesa, in mezzo è tornata l’annosa questione dell’alcol che non è certo un toccasana per la salute e il “défi de janvier”, la sfida di gennaio come viene chiamata in Francia (la partecipazione al digiuno di alcolici diventa “virale” alimentandone il successo), è l’occasione per tastare con mano un periodo di vita quotidiana senza consumo di alcolici e verificandone i benefici.
Ma non manca chi difende la scelta di Macron, famoso appassionato di vino e difensore della cultura secolare di questo prodotto che, non va dimenticato, è un simbolo della Francia nel mondo e rappresenta un motore trainante della propria economia. Favorevoli e contrari, un “derby” infuocato tra chi dice “stop” e chi invece non ci trova nulla di male ad un consumo moderato (compresi anche dei rappresentanti del mondo della scienza) soprattutto di una bevanda come il vino che, tra l’altro, non sta attraversando uno dei suoi momenti migliori Oltralpe: alcune zone produttive blasonate, vedi Bordeaux, respirano aria di crisi e il vino non sembra essere in cima alle preferenze dei più giovani.
Il presidente Macron non rinuncia al suo calice durante i pasti e già in passato ha dichiarato a chiare lettere come “la moderazione è meglio dell’eliminazione totale”, difendendo a più riprese il settore e sottolineando, allo stesso tempo, come il lavoro da fare sia piuttosto sul “consumo eccessivo”. Niente gennaio a secco in attesa che la “bufera” si sciolga in un bicchiere d’acqua.
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