- Le cene di gala
Per la stampa e per i produttori dei grandi vini di Bordeaux, le cene che si tengono nei maggiori chateux sono importanti, come le degustazioni che si tengono alla fiera.
E c’è molta competizione tra loro sotto tutti gli aspetti: la lista degli ospiti, gli chef, i vini, gli arredi. La principale cena per la stampa promossa dai Grand Cru Classés (Medocs e Sauternes) si è tenuta quest’anno a Chateau Lafite Rothschild, nel Médoc, con il Barone Eric de Rothschild (che indossava uno smoking di velluto color bordeaux), per un sontuoso evento che è iniziato con lo champagne e un assaggio di Sauternes 2006 - il Doisy-Daene e il Suduirat si mostrano particolarmente buoni - nei favolosi giardini terrazzati del castello. Commercianti di vino vestiti in maniera glamourous, proprietari di tenute e giornalisti da tutto il mondo - con una percentuale crescente di provenienza asiatica - si sono riuniti per lanciare quello che è stato un Vinexpo di inaspettato successo, visto questo momento di crisi.
Una lunga passeggiata lungo la storica bottaia sotterranea di Chateau Lafite, illuminata dalla luce delle candele, che finisce nella teatrale cantina di vinificazione circolare, progettata negli anni ’80 dall’architetto spagnolo Riccardo Bofill, allestita con tavoli rotondi per la cena. Ad ogni tavolo, i giornalisti erano intervallati con minimo due produttori, e la cena deliziosa era accompagnata da una selezione di due vendemmie di ogni produttore.
Il denominatore comune è arrivato con il primo, quando Château Lafite ci ha generosamente fatto servire la vecchia annata 1978 in bottiglie jeroboams - un regalo raro e molto apprezzato.
Al mio tavolo i giovani proprietari dello châteaux Camensac e Marquis d’Alesme hanno offerto vini fatti dai precedenti proprietari delle loro cantine. Io sedevo accanto a Philippe de Laguarigue, l’enologo di Marquis d’Alesme che ha raccontato il modo in cui hanno suggerito miglioramenti sia in vigna che in cantina e che, sembravano fiduciosi, garantirebbero vini anche migliori in futuro. C’è stato un recente e vasto ricambio generazionale a Bordeaux, che non ha portato solo linfa fresca nella regione, ma anche idee moderne di enologi e proprietari navigati e aperti di mente che stanno svecchiando la sua formale e chiusa atmosfera nel contesto del mercato globale di oggi.
La mia settimana includeva una serata ad un party in giardino per l’inaugurazione della nuova barricaia allo Château La Louvière nel Graves col vivace patriarca, André Lurton, lì per tagliare il nastro e per far rotolare la prima barrique nella nuova spaziosa cantina.
Un altro giorno, una mattina affascinante è stata occupata da attente degustazioni di 15 singoli appezzamenti allo Château Lagrange di Saint Julien du Médoc, Grand Cru Classé 1855 guidato dall’enologo e direttore Bruno Eynard, per un piccolo gruppo di giornalisti internazionali.
Qui ci è stata data la rara opportunità di assaggiare vini da diversi terroir della tenuta e di ricavarne la reale sensazione di come un blend bordolese dei migliori Cabernet Sauvignon e Merlot dell’azienda - con una piccola percentuale di Petit Verdot - viene prodotta.
Ci è stato chiesto di indovinare quali parcelle erano state incluse nel blend finale del vino top di gamma, con la soddisfazione aggiunta di azzeccarci! Il pranzo è seguito con il bonus di un elegante Château Lagrange 2000 accompagnato ad un petto d’anatra grigliato sui sarmenti - le potature della vira così popolari nella cucina del Médoc.
La grande cena di chiusura al vinexpo è chiamata “ La Fete de la Fleur”, dove i nuovi membri della “Comanderie du Bontemps”, sono introdotti in questa associazione di amanti e promotori del Bordeaux. Quest’anno la percentuale di asiatici invitati in questo gruppo è stata considerevole. Mercanti di vino, scrittori ed altri che hanno a che fare con la divulgazione di vini di Bordeaux con curricula rilevanti sono proposti in una cerimonia che celebra i loro successi con mantelli e cappelli di velluto e che rievocano la pompa di una cerimonia rinascimentale. Quest’anno il mio caro amico, scrittore americano e giornalista Elin Mc Coy, il cui recente libro su Robert Parker ha avuto un successo globale, è stato pure lui incensato in questa cerimonia.
La cena - per circa 1500 persone - è stata ospitata da Emmanuel Cruse negli spazi dello Château d’Issan a Margaux che con il suo fossato è uno dei castelli più fotogenici del Médoc. La deliziosa cena è stata preparata dallo chef, Michel Guerard, e ha accompagnato gli eleganti vini in grande stile. Io ho avuto la fortuna di essere invitata da AXA Millésimes, nella persona di Christian Seely, che dirige con successo lo Châteaux Pichon-Longueville a Pauillac, Suduiraut a Sauternes e Petit Village a Pomerol.
Mi è particolarmente piaciuto il filetto di triglia rossa crudo con la sua fantastica gelatina amara-salata abbinato allo Château Haut Bailly 2003, uno dei miei rossi di Bordeaux preferiti.
Egualmente di successo è stato lo stile tradizionale delle crocchette di volatili a strati con lo Château d’Issan 2000 servito dalle magnum.
Noi tutti siamo stati piacevolmente sorpresi dall’indimenticabile Mouton-Rothschild 1988 (la cui magnifica etichetta è stata disegnata da Keith Haring), servito con brie di Meaux aromatizzato al tartufo. Dopodichè, fuochi d’artificio sullo sfondo dello château e dei suoi giardini, con cognac Tesseron e Champagne Bollinger per rimandarci a casa - e, fortunatamente, l’assenza di poliziotti muniti d’alcoltest - sono stati il gran finale di questa eccitante e unica settimana di vino.
- L’Institut des Sciences de la Vigne et du Vin: Bordeaux Aquitaine
Dopo 10 anni di pianificazione, è stato finalmente tagliato, questa settimana, il nastro rosso, bianco e blu ad inaugurare il nuovo istituto di ricerca enologico di Bordeaux, Institut des Sciences de la Vigne et du Vin, Bordeaux Aquitaine (Isvv).
L’elegante edificio è situato a sud della città, ed è interamente adibito allo studio della viticoltura e dell’enologia. Le quattro città universitarie, nonché numerosi istituti di ricerca e le facoltà di ingegneria saranno uniti per la prima volta sotto un unico tetto, in un elegante e moderno eco-edificio in pietra e vetro che è stato appositamente progettato dagli architetti Jean Nicolas Ragueneau e Marie Mazières, entrambi di Bordeaux.
Costato 25 milioni di euro, questo ambizioso progetto - il più grande in Europa - è stato creato utilizzando sia i finanziamenti degli enti locali sia quelli Unione Europea.
“Si può riassumere in tre parole il senso di questo entusiasmante nuovo centro”, dice il professor Denis Dubourdieu, uno dei principali enologi di Bordeaux. “Ricerca, formazione e comunicazione”.
200 ricercatori, francesi e internazionali, potranno studiare e sperimentare in interni luminosi, con l’ausilio di una libreria multimediale allo stato dell’arte, completamente attrezzata e di altri laboratori specializzati, incluso una sala di degustazione da 70 posti, in cui ogni degustatore sarà separato dal suo vicino da un vetro smerigliato in apposite cabine di legno.
“La nostra ambizione è quella di fare un grand cru: non vogliamo limitarci al livello locale o nazionale, ma vogliamo esportare il nostro savoir-faire - che si tratti di progetti di ricerca o di studenti - verso tutti i paesi del mondo, nella migliore tradizione di Bordeaux”, conclude Dubourdieu.
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