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In Europa ci sono 1.582 vini Dop e Igp, 526 solo in Italia, mentre la Francia pesa per oltre il 50% del valore in totale. A dirlo l’analisi di Ismea per l’Efow- European Federation of Origin Wines. Il presidente Bernard Fages: “più forti che mai”

Italia
In Italia un terzo delle Dop e Igp del vino Ue, ma in Francia la metà del valore, analisi Ismea per Efow

Anche se il grosso del mercato e della produzione, in Europa, la fanno un pugno di grandi denominazioni d’origine, nel complesso, i 28 Paesi membri (ancora incluso anche il Regno Unito) mettono insieme ben 1.582 vini dal indicazione geografica, di cui 1.144 Dop e 438 Igp. E come è facile immaginare, al vertice ci sono Italia con 526 e Francia con 432 (che da sole ne rappresentano quindi quasi i 2/3) mentre sul terzo gradino del podio non c’è l’altro gigante enoico europeo e mondiale, la Spagna, che ne conta 131, bensì la piccola (in termini produttivi) Grecia, che ne mette insieme 147. È la fotografia scattata da Ismea nel “Primo congresso europeo dei vini a indicazione geografica”, organizzato dall’Efow- European Federation of Origin Wines, nei giorni scorsi a Bruxelles (http://efow.eu). Un’analisi dalla quale si conferma come, “nei mercati del food and beverage il vino, nel complesso, rappresenta uno dei prodotti più globalizzati con dinamiche evolutive e di crescita che non trovano riscontro negli altri comparti, ma i vini a Indicazione Geografica comunitari evidenziano performance comunque superiori. Cresce la quota delle superficie vitate, dall’81,9% del 2012 all’83,2% del 2016, crescono i prezzi (+1% è la crescita media annua dei vini Dop e +4% quella vini Igp), l’incidenza dei vini a indicazione geografica passa dal 62% del 2012 al 63,4% del 2016, e se il valore della produzione ai prezzi di base del vino cresce con una media annua del 4%, il tasso dei vini a IG è del 5,3%; e l’export dei vini a denominazione fa registrare incrementi del 4,2% medio annuo.
Stringendo il focus sulle tendenze in atto in Italia e Francia, i due Paesi che guidano il comparto dei vini, il valore delle produzioni atte a divenire Dop e Igp tra il 2015 e il 2016 cresce in Italia (da 10,7 a 10,8 miliardi di euro) mentre in Francia scende da 25,2 a 24,7 miliardi. Nello stesso periodo, per quanto riguarda la ripartizione del valore del vino atto a divenire Ig nella Ue, cresce la quota nazionale italiana che passa dal 21,9% al 22,5%, mentre diminuisce quella francese, che resta però dominante passando dal 51,6% al 51,2%.
“I vini a denominazione europei sono più forti che mai. Siamo uniti nella nostra diversità - ha detto Bernard Fages, presidente Efow - e abbiamo grandi storie da raccontare. Nel complesso il settore vinicolo europeo - e i vini a denominazione in particolare - è in buona salute, oggi. Ad ogni modo, dobbiamo essere vigili , dato che abbiamo tutti avuto modo di vedere come eventi metereologici recenti, e in certi casi ricorrenti, hanno influito negativamente sulle nostre Regioni vitivinicole. Tenendo a mente questo, dobbiamo continuare a focalizzarci sui vini di qualità e sul miglioramento della nostra competitività per conservare il nostro posizionamento unico sul mercato. Il dialogo che abbiamo avuto con i coltivatori, gli enoappassionati e i portatori di interesse dimostra che la politica europea sul vino ha un ruolo vitale nello sviluppo del nostro settore. Traiamo beneficio da strumenti specifici all’interno dell’attuale Pac, che è stata fondamentale per l’evoluzione positiva del settore vinicolo. Devono essere mantenuti e migliorati affinché questa storia di successo continui”, ha concluso.

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