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RIFORMA AGRARIA?

Nell’ultima bozza della manovra economica i terreni agricoli dello Stato alle famiglie con tre figli

Nel Def l’affidamento gratuito per vent’anni ai nuclei familiari con terzo figlio in arrivo voluto dal Ministro Centinaio. Perplessa Copagri
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Le terre agricole dello Stato alle famiglie numerose

Redistribuire i terreni agricoli in mano allo Stato, da qualche anno a questa parte, è diventata una vera e propria missione dei diversi Governi che si sono succeduti. Sia per creare opportunità di lavoro, specie tra i più giovani, sia per creare un circolo virtuoso in cui le terre recuperate all’agricoltura diventano presidio del territorio. Anche nell’ultimo Def, la manovra economica che deve ancora essere discussa in Parlamento, spunta un’idea del genere, ma su basi diverse da quelle viste sinora, particolarmente premianti per le famiglie più numerose e per il Sud del Paese. Come ha spiegato il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio, “assieme ai colleghi Erika Stefani e Lorenzo Fontana stiamo cercando di elaborare una proposta da inserire nella manovra economica, che permetta alle famiglie desiderose di avere un terzo figlio, di poter contare su un reddito aggiuntivo. Visto che si parla tanto di un ritorno all’agricoltura, alle origini da parte dei giovani, vogliamo dargli la possibilità di ottenere terre coltivabili. Si dice che in Italia si fanno pochi figli e che bisogna dare un aiuto per invertire la tendenza e proprio per questo il Ministero dell’Agricoltura vuole dare un contributo favorendo in particolare le aree rurali, dove figli se ne fanno ancora”.
Una proposta già inserita nell’ultima bozza della manovra, che prevede appunto l’affidamento in concessione gratuita per vent’anni ai nuclei familiari con terzo figlio in arrivo nel triennio 2019-21 del 50% dei terreni a vocazione agricola dismessi dallo Stato e del 50% dei terreni abbandonati o incolti e situati nelle regioni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che lascia però perplessa Copagri, che per voce del suo presidente Franco Verrascina, definisce la misura “a dir poco discutibile, che rischia di creare discrimini in quanto avvantaggia chi ha più figli; inoltre, dubitiamo fortemente che un intervento di questo tipo possa contribuire allo sviluppo socioeconomico e demografico delle aree rurali e favorire la ripresa dell’agricoltura”.

Focus - Coldiretti: terreni agricoli pubblici, quotazioni e “prezzo d’ingresso”

Il valore dei terreni agricoli in mano alle amministrazioni pubbliche del Belpaese ammonta a 9,9 miliardi di euro, in crescita del 31% negli ultimi quindici anni. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base del report Istat sulla ricchezza non finanziaria, in relazione alla manovra che sta per arrivare in Parlamento e che prevede anche la concessione gratuita dei terreni demaniali agricoli “per un periodo non inferiore a 20 anni ai nuclei familiari con terzo figlio nato negli anni 2019, 2020, 2021, o a società costituite da giovani imprenditori agricoli che riservano una quota societaria ai predetti nuclei familiari pari al 30%”. Considerando che il valore medio dei terreni agricoli in Italia è di 20.000 euro all’ettaro, si può stimare che quasi mezzo milione di ettari di terreno agricolo sono di proprietà pubblica su un totale di quasi 13 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata in Italia. Si tratta spesso, dice ancora la Coldiretti, di terre fertili anche di grandi dimensioni ma il più delle volte sottoutilizzate, in quanto prive di una conduzione imprenditoriale capace di valorizzarli adeguatamente, con idee e soluzioni che guardano al mercato. L’affidamento di questi terreni agli agricoltori, sostiene la Coldiretti, toglierebbe alla Pubblica amministrazione il compito improprio di coltivare la terra ma soprattutto avrebbe il vantaggio di rispondere alla domanda delle nuove generazioni, per le quali la mancanza di disponibilità di terreni da coltivare rappresenta il principale ostacolo all’ingresso nel settore. Come detto, il prezzo medio per acquistare un ettaro di terra in Italia è di 20.000 euro, quasi il doppio di quello della Germania e circa il triplo della Francia. Con molte differenze: nel Nord Ovest è di 26.200 euro ad ettaro, sale a 40.500 al Nord Est, spinto soprattutto dal mercato vitivinicolo, scende a 14.800 euro al Centro Italia, fino ai 12.900 del Meridione e agli 8.500 delle Isole. Se si considera che la dimensione media di un’impresa agricola italiana è di circa otto ettari, conclude la Coldiretti, il “prezzo d’ingresso” per un agricoltore rischia di diventare proibitivo e ciò rappresenta un grave problema, anche per le difficoltà di accesso al credito, in un momento peraltro dove la “voglia di campagna” è ai massimi storici.

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