È il vino che costituisce la continuità con il Cannubi Boschis, prodotto dal 1985 al 1982 e poi sostituito, con l’annata 2013, appunto dall’Aleste (l’acronimo dei nomi dei nipoti di Luciano Sandrone, Alessia e Stefano). Ottenuto dalle uve del Cru Cannubi Boschis ed affinato in tonneau, possiede profilo olfattivo che incrocia frutti rossi, china, tabacco e pepe, con cenni balsamici e affumicati a rifinitura. La progressione gustativa è fitta, dinamica e articolata, dai tannini dolci e dal finale ancora su tocchi balsamici e speziati. Luciano Sandrone, nel 1979, è stato tra i primi ad introdurre la barrique, inaugurando uno stile decisamente innovativo per quegli anni, che ha aperto la strada ai “Barolo Boys” e ad una sana disputa stilistica tra le colline di Langa, capace di innalzare la qualità complessiva del Barolo. I suoi vini restano tra i protagonisti del mondo delle aste e, soprattutto, hanno costituito un baluardo di eccellenza per fattura impeccabile e, specialmente in alcuni millesimi, esecuzioni cristalline, che hanno fatto la storia enoica più recente delle Langhe. Oggi, l’azienda, dove sono impegnati anche il fratello Luca e la figlia Barbara, conta su 27 ettari per 110.000 bottiglie complessive e continua a sfornare etichette di spessore indiscutibile, dalla cifra classicheggiante, che tuttavia non smette di comprendere anche un sobrio modernismo, in fase di affinamento.
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