Il Barolo Vite Talin, prodotto per la prima volta con l’annata 2013, è vinificato in legno e matura per due anni in tonneau e poi per altri 12 mesi in legno grande, completando il suo affinamento con tre anni di bottiglia. La versione 2018 profuma di frutti di rovo, liquirizia e viola, con tocchi di sottobosco, agrumi, ruggine e spezie. In bocca il sorso è pieno, dall’articolazione tannica fitta e avvolgente e dalla componente fruttata polposa, terminando in un lunghissimo finale dai rimandi balsamici. Luciano Sandrone, nel 1979, è stato tra i primi ad introdurre la barrique, inaugurando uno stile decisamente innovativo per quegli anni, che ha aperto la strada ai “Barolo Boys” e ad una sana disputa stilistica tra le colline di Langa, capace di innalzare la qualità complessiva del Barolo. I suoi vini restano tra i protagonisti del mondo delle aste e, soprattutto, hanno costituito un baluardo di eccellenza per fattura impeccabile e, specialmente in alcuni millesimi, esecuzioni cristalline, che hanno fatto la storia enoica più recente delle Langhe. Oggi, l’azienda, dopo la recente scomparsa di Luciano Sandrone (2023) è condotta dal fratello Luca e la figlia Barbara, conta su 27 ettari per 120.000 bottiglie complessive e continua a sfornare etichette di spessore indiscutibile, dalla cifra classicheggiante, che tuttavia non smette di comprendere anche un sobrio modernismo, in fase di affinamento.
(are)
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