Il Brunello di Montalcino Riserva 2019, maturato per 48 mesi in legno grande, propone aromi di amarena matura e viola, altri fiori appena appassiti, terra e spezie. In bocca il sorso è pieno e compatto, dalla trama tannica fitta e dalla vivace verve acida, che muove un finale lungo di nuovo sul frutto e con toni di liquirizia a rifinitura. La piccola realtà produttiva di Patrizia Cencioni, all’inizio del Nuovo Millennio, rappresentava una delle migliori firme tra le “nuove” aziende di quell’epoca. I tratti stilistici dei Brunello aziendali erano ben centrati sull’equilibrio e l’essenzialità, tracciando un percorso, in quegli anni, poco battuto. Successivamente, i vini si sono un po’ appesantiti ma oggi, anche grazie ad un ripensamento della guida tecnica di cantina, hanno ritrovato i loro caratteri originari e una fisionomia ben centrata, insieme ad una confortante continuità. L’azienda, che si trova ad un passo da Montalcino arrivando da San Quirico d’Orcia presso il Podere Capanna, conta su 9 ettari a vigneto a 350 metri di altezza sul livello del mare, che guardano verso il quadrante sud-est della denominazione e produce 50.000 bottiglie. Patrizia Cencioni - oggi insieme anche alle figlie Annalisa e Arianna - la guida dal 1989, anno della sua fondazione, dopo aver ripreso i fili del lavoro di suo nonno Giuseppe Cencioni, uno dei fondatori del Consorzio del Brunello di Montalcino.
(are)
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