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FINE WINES

Asta Finarte: le verticali di Sassicaia, Biondi-Santi e Tignanello protagoniste

Sotto il martello, l’8 giugno, 300 lotti, tra Grand Cru di Borgogna e chicche enoiche da ogni angolo del mondo

Un catalogo “essenziale”, fatto di poco meno di 300 lotti, ma di altissimo ceto, tra verticali dei più grandi vini italiani, ottime bottiglie dalla Borgogna e rari whisky, sotto il martello di Finarte, a Roma, l’8 giugno: spiccano le verticali delle griffe di Toscana, su tutte le 18 annate di Sassicaia di Tenuta San Guido, dalla 1997 alla 2018 (base d’asta 3.400 euro), la verticale di Brunello di Montalcino di Biondi-Santi, dalla 2000 alla 2013 (ma senza la 2011), per cui si parte da 1.200 euro, e la grande verticale di Tignanello di Antinori, completa di tutte le annate prodotte, dalla 1998 alla 2009, per cui si parte da un’offerta base di 900 euro.

Importanti anche la piccola verticale di Brunello di Montalcino Riserva (2002-2004) di Soldera - Case Basse (base d’asta 1.800 euro), le due bottiglie di Masseto (1993 e 1994) di Frescobaldi (si parte da 1.300 euro), verticale di Solaia (2000-2004) di Antinori (da 750 euro) e le tre bottiglie di Gaja (Sperss 1995, Costa Russi 2001 e Conteisa 2004), per cui si parte da 600 euro.

Le quotazioni maggiori, come sempre, le spuntano le griffe di Borgogna, la massima espressione del binomio Pinot Noir e terroir: da segnalare il Vosne Romanée Cros-Parantoux 1999 di Henry Jayer (da 4.000 euro), il Romanée-Conti 1969 di Domaine de la Romanée-Conti (da 3.500 euro). Infine, tante chicche da ogni angolo del mondo enoico: da Bordeaux una bottiglia di Le Pin 2007 (da 2.000 euro), dalla California una verticale (1990-1995) di Ridge Vineyards di Monte Bello (da 600 euro), dallo Champagne quattro bottiglie (1998-2000) di Dom Pérignon (da 600 euro), dall’Australia una bottiglia di Grange Bin 95 di Penfolds (da 350 euro).

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