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L’ANALISI

“Bene la vendemmia italiana, ma preoccupano i costi alti, di produzione e del denaro”

Luca Rigotti, alla guida del settore vino di Confcooperative: “pesano su investimenti e margini, e sul potere di acquisto dei consumatori”
CONFCOOPERATIVE, CONSUMATORI, COSTI DI PRODUZIONE, COSTO DEL DENARO, GRUPPO MEZZACORONA, INVESTIMENETI, LUCA RIGOTTI, POTERE DI ACQUISTO, REDDITIVITÀ, STIME, VENDEMMIA, Italia
Luca Rigotti tra i filari di Mezzacorona, in Trentino, in vendemmia

“È senz’altro positiva la notizia che vede confermata per il nostro Paese la leadership produttiva, con una produzione attesa di 41 milioni di ettolitri. Però permangono criticità legate all’impatto dei cambiamenti climatici, costo di produzione e ricambio generazionale”. Luca Rigotti, presidente del settore vitivinicolo di Fedagripesca/Confcooperative, nella lettura delle previsioni vendemmiali in Italia e nel resto di Europa e del mondo, rese note oggi da Unione Italiana Vini - Uiv, Assoenologi e Ismea, ad Ortigia, da “DiviNazione Expo” 2024 nei lavori del G7 Agricoltura, è molto chiaro e deciso.
“In alcune Regioni del Sud Italia - ha ribadito Rigotti - ci sarà, purtroppo, una vendemmia meno abbondante a causa dei prolungati periodi di siccità; al Nord le aspettative produttive sono migliori, con previsioni qualitative buone, anche se specialmente sulle varietà con le maggiori altitudini (in Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria) non si prevede una vendemmia con pieno raccolto”.
Ma sulla tenuta del comparto pesa, più in generale, l’aumento dei costi di produzione e la contrazione dei consumi di vino, che, secondo il presidente Rigotti, è “generalizzata e dipende molto dal calo del potere di acquisto delle famiglie che sta incidendo su tutto il carrello della grande distribuzione”, come ricordato dallo stesso Rigotti, che è anche al vertice della cooperativa trentina Mezzacorona, uno dei modelli della cooperazione virtuosa del Belpaese, in una recente intervista a WineNews.
“Il principale problema delle cooperative italiane è comune a tante altre imprese italiane - ha aggiunto Rigotti - ovvero il dover operare tra le insidie di uno scenario economico che, negli ultimi 3-4 anni, a partire dalla pandemia Covid, dal sorgere del conflitto con l’Ucraina e delle altre guerre in corso, ha visto una instabilità di fondo e un deciso incremento dei costi in generale. Il permanere dell’alto costo del denaro - ha concluso Rigotti - continua ad incidere negativamente sugli investimenti e sulle marginalità delle imprese oltre che sul potere di acquisto di famiglie e consumatori”.

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