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Bordeaux 2009, una grande vendemmia per i rossi. Così Denis Duburdieu, professore di enologia all’Università di Bordeaux e super-impegnato consulente … Vincere un premio
di Carla Capalbo

- Bordeaux 2009, una grande vendemmia per i rossi
A Bordeaux quella del 2009 è stata una grande vendemmia - se l’uva non è stata raccolta troppo tardi. Questo il giudizio dopo la settimana di degustazioni en primeur riservata a giornalisti, critici e buyers organizzata a Bordeaux dall’Unione dei Grands Crus di Bordeaux. Il ciclo vegetativo della vendemmia 2009 è stato spiegato da Denis Duburdieu, professore di enologia all’Università di Bordeaux e super-impegnato consulente per aziende come Cheval Blanc, Yquem, Haut Bailly e Pichon Comtesse de Lalande, oltre che produttore di vino nel gruppo di famiglia che comprende cinque tenute in Barsac, Graves e nella Cotes di Bordeaux, che include Châteaux Doisy Daene, Reynon e Clos Floridene.
“Nel 2009 siamo stati benedetti con una magnifica estate e un meraviglioso autunno qui a Bordeaux - comincia Denis Dubourdieu, che usa colorate immagini per raccontare il ciclo di crescita della vite - Ho sempre considerato il viaggio della vite verso la vendemmia come una corsa ad ostacoli. Per esempio, per produrre grandi uve rosse, ci sono cinque ostacoli prima di essere in salvo”. Il primo ostacolo da superare è la stagione della fioritura, che deve idealmente avvenire presto e in un periodo soleggiato, così da godere del bel tempo. Il secondo ostacolo è l’allegagione, ovvero la formazione dei chicchi dopo l’impollinazione, che deve avvenire in condizioni di tempo asciutto, in modo che si possano fissare i tannini nei chicchi. Le viti nel 2009 hanno superato agevolmente questi due ostacoli e si sono trovate davanti ad un altro difficile cambiamento. Spiega Dubourdieu: “L’invaiatura è quel periodo in cui i chicchi cambiano colore e da verdi diventano viola. Di solito a Bordeaux accade nella seconda metà di luglio. Questo è un momento cruciale nel calendario di un enologo, ed effettivamente rappresenta l’ostacolo più difficile. Per i migliori risultati, l’invaiatura deve avvenire in un periodo asciutto, quando le viti sono sotto leggero stress idrico. Per colpa delle piogge, circoscritte in alcune zone, i risultati sembravano in forse, ma ovunque il tempo asciutto si è mantenuto e i chicchi hanno cambiato colore senza bagnarsi troppo”.
La quarta fase è stata facile lo scorso anno, in cui si è avuto un agosto caldo e asciutto. “Idealmente non ci devono essere rischi di siccità estiva, che possono causare alle piante uno stress eccessivo, ed il 2009 è stato perfetto da questo punto di vista, specialmente nel Médoc” continua Dubourdieu. Le uve sono maturate uniformemente e bene nell’intera area del Bordeaux, con la sola eccezione di alcuni vigneti che sono stati duramente colpiti dalle violente grandinate di metà maggio, i cui rendimenti sono stati drasticamente ridotti.
La fase finale è naturalmente la vendemmia stessa ed il periodo necessario per effettuarla. Qui il 2009 ha dato il massimo, con giorni asciutti, caldi e soleggiati, seguiti da notti fresche. “Il 2009 condivide la perfezione di questa fase con il 2008 e il 2007, ma sfortunatamente queste annate non possono competere con il 2009 per quanto riguarda le altre fasi - afferma Dubourdieu - Una vendemmia perfetta non basta per fare un’annata perfetta: c’è bisogno di condizioni ottimali lungo tutto l’intero ciclo di crescita della pianta”.
“Il solo pericolo di un tempo così meraviglioso - conclude l’enologo - è la tentazione di aspettare troppo per raccogliere le uve rosse. Questo porterebbe alla sensazione di surmaturo e frutti cotti, caratteristiche che non ci piace ritrovare nei vini di questo territorio. Il Bordeaux si distingue dagli altri ed è assolutamente inimitabile per la freschezza dei suoi rossi, e questo è il motivo per cui, anche in un’annata perfetta come il 2009, è l’esperienza dell’enologo che fa il vino, più che il clima. Conoscere come lavorare la terra e quando raccogliere le uve è altrettanto importante, prima di ogni discussione su come trasformare questi meravigliosi grappoli in grandi vini di Bordeaux”.

- Vincere un premio
Per qualcuno che lavora da solo, come me, viaggiando per più di 10 mesi all’anno, abbastanza defilata dalla scena sociale, è particolarmente gratificante veder riconosciuto il proprio lavoro vincendo un premio. L’André Simon Award è il più prestigioso riconoscimento della letteratura enogastronomia in Gran Bretagna, e quello dedicato al vino (esiste uno per il miglior libro di cibo e uno per il miglior libro di vino) è stato vinto in passato da grandi firme della letteratura enologica, compresi Jancis Robinson, Hugh Johnson e Burton Anderson.
Sono veramente onorata di aver ricevuto questo premio per il mio libro sul Collio, completamente illustrato con le mie foto. Questo libro, come i due che lo hanno preceduto - dedicati alla Campania e alla Toscana - è il risultato di molti mesi passati vivendo nel Collio con i produttori, i cuochi e i contadini locali. Mi sono svegliata all’alba ogni volta che il tempo lo permetteva per scattare le migliori foto dei paesaggi, nelle bellissime e morbide colline del Collio.
L’idea alla base dei miei libri è sempre stata quella di lasciare che le persone che sto descrivendo parlino per se stesse, aprire una porta nelle loro vite, incluse le loro difficoltà nel lavorare la terra, ma anche la loro passione. Quello che mi ha dato più soddisfazione è sapere che la giuria dell’Andrè Simon ha trovato il mio libro bello e originale grazie al suo stile, nonchè piacevole da leggere. Julian Cotterell, presidente dell’Andrè Simon Awards, spiega “Molti libri sul vino tendono ad essere asciutti e alla fine un tantino noiosi. Ma “Collio: Fine Wines and Foods from Italy’s North-east” è davvero un libro piacevole da leggere: non riuscivamo a metterlo giù!”.
Spero di riuscire a far pubblicare presto l’edizione italiana del libro sul Collio, incoraggiata dai miei amici scrittori italiani che sono fan del mio stile. Nel frattempo il libro sta seguendo la sua strada, ed è arrivato in finale anche ad un altro importante premio, questa volta in Australia: il Cordon Bleu World Food Media Awards! Che risultato per un minuscolo territorio che misura solo 20 chilometri per 3 …

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