L’esistenza di un sistema caratterizzato da muretti a secco e di girappoggio lungo le colline, la diffusione della Pergola Veronese quale tipica forma di allevamento dell’uva Garganega, la presenza di cooperative storiche che negli anni hanno permesso una crescita collettiva ed equamente distribuita all’interno della Denominazione, e la tecnica dell’appassimento per la produzione del Recioto di Soave, prima Docg del Veneto nel 1998. Sono questi i “pilastri” delle Colline Vitate del Soave, già tra i primi territori in Italia ad essere riconosciuti “Paesaggio Rurale di interesse storico”, e ora elette ufficialmente “Patrimonio Agricolo di importanza mondiale”, con l’ingresso tra i siti GIAHS (Globally Importance Heritage System) sancito nella cerimonia di “investitura”, ieri nel quartier generale della Fao a Roma, con il dg dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura Qu Dongyu, il vice Ministro dell’Agricoltura Luigi D’Eramo e il Consorzio di Tutela del Soave.
Istituiti dalla Fao nel 2002, i siti GIAHS sono quelle zone agricole del mondo che promuovono un’agricoltura sostenibile, lontana dai processi industriali, e che conservano uno stretto legame tra paesaggio, prodotti locali, comunità rurali associate. Con questo percorso si introduce di fatto un radicale cambiamento di visione che pone l’uomo al centro del contesto agricolo, non più come soggetto che turba l’ecosistema esistente con una forma di agricoltura intensiva ma, al contrario, come artefice principale nel mantenimento della biodiversità e della conservazione del paesaggio.
Un riconoscimento, “che ci rende fortemente consapevoli della responsabilità che, come viticoltori, abbiamo - ha detto Sandro Gini, presidente del Consorzio del Soave - siamo chiamati a vivere un tempo di grande cambiamento dove l’agricoltura non assurge più soltanto ad una funzione alimentare, per quanto nobile e vitale: l’agricoltura oggi, attraverso coloro che vi operano, è di fatto mezzo e strumento per mantenere e conservare l’ambiente al cui interno sono calate le nostre stesse vite”.
E un riconoscimento che sancisce l’impegno nel mantenere ben saldi i valori fondanti dell’identità del Soave, primi tra tutti la tradizione, lo sviluppo rurale, la tutela del paesaggio e la sostenibilità dei sistemi agricoli. In tal senso proseguirà il lavoro del Consorzio per favorire una crescente consapevolezza tra la base produttiva su più direzioni: la diffusione della Pergola Veronese quale forma di allevamento identitaria, rispetto ad altri sistemi; divulgare linee guida che permettano di ridurre il rischio di erosione, anche con l’impiego di nuove tecnologie; limitare l’introduzione di elementi e di materiali avulsi dal contesto storico tradizionale del Soave; proseguire col Sistema di difesa avanzata del Soave, grazie ad incontri tecnici per la gestione quotidiana del vigneto; promuovere un approccio rispettoso della propria identità paesaggistica, delle specificità e delle caratteristiche morfologiche; proseguire il lavoro per il mantenimento della biodiverstà; attivare tavoli di lavoro relativi alla questione della gestione delle risorse idriche; e favorire lo sviluppo di un turismo esperienziale fortemente connesso alla stagionalità, al vino e ai prodotti locali.
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