Dal mondo dell’agricoltura e del vino italiano arrivano anche storie di integrazione, che parlano il “linguaggio universale” dell’accoglienza e raccontano della necessità di guardare le problematiche di ogni epoca, come l’immigrazione, cercare di prendere il meglio e metterlo insieme in maniera virtuosa, etica ed utile per tutti. Un atto riconosciuto alle aziende dall’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, con il prestigioso riconoscimento “Welcome. Working for refuge integration” che, per l’anno 2022, va alla Arnaldo Caprai, guidata da Marco Caprai, artefice della rinascita e del rilancio alla ribalta internazionale del Sagrantino di Montefalco e di tutto il suo territorio, unica cantina italiana premiata, oggi a Roma all’Auditorium della Tecnica di Confindustria, tra 167 aziende che hanno contribuito a promuovere una società più inclusiva nei confronti di chi è stato costretto a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni, attraverso “il rilevante e significativo impegno dimostrato nell’attuazione di interventi specifici per l’inserimento lavorativo dei rifugiati in Italia”.
Dal 2016 la Arnaldo Caprai ha iniziato un percorso di collaborazione con la Caritas di Foligno e altre associazioni locali impegnate nel sociale per l’inserimento di immigrati nel mondo del lavoro: nel tempo ha dato la possibilità a oltre 200 persone richiedenti asilo di trovare un impiego in cantina. Solo nell’ultimo triennio è stata data la possibilità a oltre 50 richiedenti asilo provenienti dal Nord Africa di lavorare in vigneto nei diversi periodi dell’anno. La collaborazione ha dato risultati molto promettenti visto che oltre il 60% degli immigrati entrati in azienda ha riconfermato la presenza negli anni successivi stabilizzando la propria posizione lavorativa.
Un’attività che ben esprime la visione di sostenibilità sociale della Arnaldo Caprai e che rientra a pieno nel “Patto Globale sui Rifugiati” dell’Unhcr, che chiama il settore privato a svolgere un ruolo attivo nella gestione della crisi umanitaria dei rifugiati attraverso l’implementazione di strategie di integrazione che prendano in considerazione sia i bisogni dei rifugiati sia le caratteristiche delle aziende coinvolte al fine di realizzare percorsi di integrazione condivisi e partecipativi. Per questo motivo, a partire dal 2017, l’Unhcr ha deciso di assegnare un riconoscimento alle aziende che in Italia si impegnano per favorire i processi d’integrazione lavorativa dei beneficiari di protezione internazionale. Tale riconoscimento avviene attraverso il conferimento, ogni anno, del logo “Welcome. Working for refugee integration”, un programma grazie al quale 9.300 rifugiati sono stati inseriti nel mercato del lavoro nel 2022, con un incremento significativo della percentuale di donne inserite, e sono stati attivati 22.000 percorsi professionali in oltre 520 aziende in 5 anni. Tra i settori delle aziende premiate - insieme a Caprai, nel wine & food, da Diesel Farm ad Eataly, da Lavazza a Nespresso, da Mutti a Inalpi, da Trapizzino a La Doria, da McDonald’s a Burger King Restaurants Italia, ma anche le Assicurazioni Generali - al primo posto troviamo “alloggio e ristorazione” (23%), davanti a “attività manifatturiere” (22%) e “costruzioni” (7%), nei quali il 93% delle persone assunte ha ottenuto un contratto a tempo determinato, mentre crescono dal 3% al 5% i contratti a tempo indeterminato.
“Siamo onorati di aver ricevuto questo riconoscimento di grandissimo valore etico e morale - afferma Marco Caprai - la sostenibilità di un’azienda non si sostanzia e non si risolve nella sola declinazione ambientale ed economica, perché un’impresa, a maggior ragione se agricola, e ancora di più se di vino, è parte integrante e attiva del territorio, protagonista anche della sua sostenibilità sociale. Negli ultimi anni siamo cresciuti dimensionalmente e abbiamo quindi avuto la necessità di manodopera, ma anche la ferma volontà di affidarci a pratiche contrattuali limpide e giuste, grazie alla consulenza degli esperti di Confagricoltura, evitando di affidarci a ditte esterne per la manodopera necessaria: il welfare è un tema importante e serio per un’impresa che voglia essere realmente sostenibile”. Arrivati in Italia con i famosi barconi, e poi redistribuiti nei diversi centri in giro per il Paese, quelli che hanno trovato il loro futuro nella cantina umbra che ha fatto rinascere il Sagrantino, “sono ragazzi che si prestano al sacrificio, arrivano alle 6 di mattina, tanti di loro in bicicletta, facendo 6-7 chilometri, alcuni in motorino e, via via che le condizioni economiche lo permettono, in automobile. Sono una risorsa importante - sottolinea Marco Caprai - e spesso e volentieri sono la parte migliore dei Paesi da cui scappano: molti di loro hanno studiato, ed è bello vedere che qui trovano un’opportunità, un posto in cui mettere radici. È una storia che sfata il mito dell’immigrazione che è soltanto un problema: non è così”.
Il lavoro e la formazione degli addetti sono da sempre al centro degli interessi della Arnaldo Caprai: per questo motivo l’azienda mette in atto programmi di training per sviluppare il potenziale dei propri dipendenti nel medio lungo termine ed è anche sede del Corso Its Agroalimentare dell’Umbria per il settore vitivinicolo. Nei 5 anni del Corso oltre 100 studenti hanno seguito lezioni in azienda e operato direttamente in vigneto e cantina. Una dozzina di studenti sono stati poi assunti al termine del Corso. “La capacità di attrarre talenti è fondamentale e riteniamo - conclude Marco Caprai - che sia la formazione sia la sostenibilità sociale siano due elementi chiave per fare questo. Ci vuole talento per attrarre talenti, l’azienda è fatta di persone e non è solo il nostro vino a farci da brand ambassador: i nostri dipendenti sono i migliori testimonial che possiamo avere per comunicare in maniera chiara e trasparente i valori e la cultura della nostra cantina”.
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