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EDITORIALE

Storia enoica bolgherese: un nuovo capitolo

Resta solo in superficie la pace nel viale dei cipressi del Carducci o nella sequenza delle dolci curve della “bolgherese”. Nel mondo del vino di Bolgheri, alla fine, c’è sempre fermento e qualcosa si muove comunque. Oggi a muovere quel mondo, anzi a rimuoverlo, una “vecchia conoscenza” che a quel mondo ha dato molto: Lodovico Antinori. Dopo aver “inventato” la Tenuta dell’Ornellaia a Bolgheri e aver fondato la Tenuta di Biserno a Bibbona - due operazioni che da sole varrebbero ben più di una vita - Lodovico Antinori continua a guardare al futuro. E mettendo assieme la sua esperienza con le nuove generazioni, non ha rinunciato ad imbarcarsi in una ulteriore avventura enoica. Ecco allora il suo nuovo progetto realizzato insieme alla figlia Sophia: la Tenuta del Nicchio, della quale sono proprietari a Bibbona, ma con vigneti anche a Bolgheri. Un progetto che segna, dunque, il “ritorno” di uno dei personaggi che più hanno influito sulle sorti di uno dei territori più importanti dell’enologia mondiale, capace di trasformare - insieme ai tanti altri autorevoli interpreti susseguitisi a cavallo tra gli anni Settanta ed Ottanta del Novecento - un sogno in realtà. E lo sfondo non poteva che essere quello dei cipressi, delle vigne e del mare, perché questi sono i luoghi più familiari, i più cari, i più evocativi, i soli con la forza di mantenere saldi i legami passati, presenti e futuri, attraverso un percorso umano che tiene insieme i Della Gherardesca, gli Incisa della Rocchetta, gli Antinori e gli Zileri dal Verme, in “continuum” storico e affettivo degno soltanto di una vera e propria saga, oggi diretta da un triumvirato tutto al femminile.

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