Nella giovane enologia italiana di qualità, non è molto frequente scovare vini bianchi con età a doppia cifra in grado di stupire ed emozionare. Il Fiano di Avellino di Vadiaperti è senz'altro tra questi, coniugando alla straordinaria longevità del vitigno l'espressione autentica di un territorio dalla grande vocazione bianchista. A mettere il primo mattone dell’azienda, nel 1984, fu il “professore” Antonio Troisi, per impostazione filosofica e partecipazione politica molto più di un grande vignaiolo. Dal ’98, dopo la sua prematura scomparsa, Vadiaperti è nelle mani caparbie del figlio Raffaele, che, nel solco della continuità col passato, dimostra di avere idee chiare e convinzioni radicate. Un filo rosso che lega i vini di oggi a quelli di ieri, come questo commovente Fiano 1988. Incredibilmente complesso fin dai profumi, si trasforma e si arricchisce col passare dei minuti, quasi in un lento risveglio dopo un lungo riposo. Minerale, profondissimo e ancora graffiante, incarna alla perfezione lo spirito irpino, così come l’animo libertario dei suoi ideatori.
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