Il San Leonardo è uno dei migliori esempi di taglio bordolese “all’italiana”. Non fosse altro perché Giacomo Tachis, il primo “importatore” in Italia della filosofia enologica dei grandi Châteaux francesi, è stato a lungo l’enologo dell’azienda trentina (la cui guida tecnica è oggi di Carlo Ferrini) e perché Carlo Guerrieri Gonzaga ha avuto assidue frequentazioni con Mario Incisa della Rocchetta, “padre” del Sassicaia. La versione ’96, ancora “firmata” dall'enologo piemontese, si presenta fin dal colore in splendida forma. Molto eleganti i profumi che spaziano da note erbacee particolarmente fresche, fini ricordi di rosmarino, cenni speziati di pepe rosa e tostature di polvere di caffè. Al gusto, il vino mantiene il suo carattere raffinato, con un attacco leggermente nervoso, che progressivamente lascia lo spazio ad una trama tannica ben risolta, accompagnata da una decisa verve acida, forse un po' sopra alle righe, capace però di donare al vino profondità. Una affascinante interpretazione di un'annata tutto sommato difficile, che nella fase attuale è senza dubbio di grande piacevolezza.
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