Dal 2014 la Gastronomia Damoli di San Bonifacio, nel veronese, è diventata l’unico trasformatore del Melo Decio di Belfiore, entrando in questo modo nella grande famiglia dei Presidi Slow Food e qui è possibile trovare mostarde e confetture ottenute da questo raro frutto. L’origine del Melo Decio di Belfiore potrebbe risalire addirittura all’epoca romana. Nel 1941, il Melo Decio fu censito come una “vecchia varietà veronese consigliata solo agli agricoltori che attraverso la potatura, la concimazione e la difesa dai parassiti riescono a produrre frutta grossa, sana e tutti gli anni. Riesce bene solo nei terreni freschi del Medio e del Basso Veronese”. Ed è proprio a Belfiore che questa varietà ha avuto nel corso degli anni la sua maggiore espansione e ottenuto la migliore qualità produttiva. È un frutto che può essere consumato solo in pieno inverno, perché al momento della raccolta a novembre presenta un’acidità troppo elevata. Il frutto è di forma appiattita, di colore verde con un sovra colore rosa chiaro che si estende sul 20-30% della superficie. Lo si ottiene ponendo i frutti sulla paglia o esponendoli al sole. Il frutto presenta una polpa compatta di colore bianco, caratterizzato da un tipico sapore e profumo. Un melo talmente profumato che alcuni frutti in passato erano usati per dare un buon odore ad armadi, cassetti e guardaroba. Ma il Melo Decio, dalla polpa soda è ottimo per la produzione di mostarde e confetture oltre che per il consumo fresco.
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