Varietà e sapore caratterizzano l’offerta ittica del lago di Iseo. Protagonista principale è la tinca, ma c’è anche l’agone, meglio conosciuto come “sardina” e presidio Slow Food (con la “sardina essiccata del lago d’Iseo”). E poi il pesce persico, la trota, il cavedano, il vairone, il luccio, la carpa, il carpione e il gambero di lago. Quello del pesce d’acqua dolce è un mondo ancora da scoprire per i gourmet e per gli chef. Uno dei suoi maggiori sostenitori è stato Vittorio Fusari, prematuramente scomparso, che poteva aprire il suo ristorante in una grande metropoli nazionale o internazionale e che invece decise di restare nella sua terra, fra la Franciacorta e l’Iseo. Qui Fusari ha come “sdoganato” il pesce di lago facendolo diventare protagonista dei suoi menu, riprendendo le ricette tradizionali per proiettarle nel futuro ed esaltando l’offerta dell’acqua, straordinaria nella sua essenzialità, insieme alla forza della tradizione come il pesce essiccato, capace di dare risorse ai pescatori anche quando il lago è meno pescoso. Accanto ai pescatori che ancora sono presenti sul Lago d’Iseo, c’è l’Agroittica Clarabella, cooperativa sociale che comprende anche un agriturismo con ristorante, un frantoio e una cantina e dove viene impiegato anche il lavoro di persone con fragilità psichiche, attraverso un modello sociale tutto votato all’inclusione. Con l’attività del laboratorio ittico, ha incentrato il suo core business sui prodotti marinati, affumicati, essiccati e sott’olio, per sostenere la pesca locale e valorizzare il pesce e la gastronomia d’acqua dolce.
(fp)
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