L‘era “globalizzata” è anche l‘era delle joint-venture “impossibili“. Nel 1997 la Baron Philippe de Rothschild ed Eduardo Guilisasli Tagle - l’una società proprietaria di Château Mouton Rothschild, Château Clerc Milon e di Château d’Armailhac, e l’altro di Concha y Toro, la più grande azienda vinicola del Cile con circa 4000 ettari - annunciavano la loro comune impresa vinicola. Nasceva così Almaviva (nome ispirato al Conte Almaviva, eroe delle Nozze di Figaro di mozartiana memoria), 42 ettari di vigneti, che Enrique Tirado - winemaker di Concha y Toro e responsabile del progetto Almaviva assieme a Patrick Leon, suo omologo su sponda Rothschild - considera il primo Premier Grand Cru Classè cileno, non paragonabile al resto della produzione del paese sudamericano né tanto meno a quella bordolese. Il naso è addirittura esplosivo, tanta è la ricchezza di frutta matura rossa e nera, amalgamata a decise note tostate e di vaniglia. E il palato non è da meno: pieno, compatto, con riconoscimenti che vanno da una decisa speziatura ad un gusto erbaceo di raffinata fattura.
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