Che la Sicilia sia anche un giacimento praticamente senza fine di dolci è uno dei motivi che la rende così invitante. La “Giurgiulèna”, presidio Slow Food, nastro sottile e arricciato di sesamo (o giuggiulena, come si chiama in dialetto siciliano) e miele, ne è l’ennesima prova. E anche il nome dell’azienda Aruci, artefice di questa leccornia, rimanda alla sicilianità più profonda. Come per moltissime parole in Sicilia anche “dolce” si trasforma: da “duci” a “ruci” fino ad arrivare, nella Sicilia sudorientale ad “aruci”. Appunto. Ed è proprio per rimarcare il senso di appartenenza al proprio territorio che i fratelli Puglisi hanno voluto chiamare dunque “Aruci” la loro piccola azienda. Aruci nasce nel 2015, ma da sempre la cucina di nonna Giorgina ha profumato di miele, zucchero caramellato, mandorle e sesamo. Ed è in mezzo a questi profumi, i cui segreti sono stati tramandati alla figlia Lucia, che sono cresciuti i tre nipoti Melissa, Ginella e Giovanni, detto Nanni che oggi, insieme alla mamma, conduce questa impresa.
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