Biondi Santi: un mito, uno dei pochi del Bel Paese enoico. Un punto di riferimento tra i pochi su cui non c’è davvero bisogno di discutere. Arriverà presto il Brunello Riserva 2012 (in uscita a primavera), un mito anche questo: è il vino dell’ultima vendemmia condotta da Franco Biondi Santi. Un vino importante ma non celebrativo. Si tratta di un Brunello, che abbiamo assaggiato in anteprima, spiazzante per freschezza e complessità aromatica, personalità, coerenza stilistica e finezza gustativa. Un Sangiovese di quelli sussurrati, articolatissimo, a dir poco elegante ma deciso e con tutte le sue belle durezze, in perfetto accordo con il suo artefice. A Franco Biondi Santi, scomparso nel 2013, per chi ha avuto la fortuna di andarlo a trovare al Greppo, piaceva il racconto, la storia, il ricordo. E fra le tante vicende che poteva far rivivere nel breve spazio di una conversazione, una in particolare spesso tornava nelle sue parole. Riguardava la bottiglia che, forse più di ogni altra, ha posto Biondi Santi nell’Olimpo dei marchi del vino mondiale che contano davvero. Il Brunello di Montalcino Riserva 1955, l’unico vino italiano che sta nella lista dei 12 vini del Ventesimo secolo di Wine Spectator. Ma questa, a ben guardare, è solo una conseguenza. Siamo nel 1969 e precisamente il 28 aprile. Cena di gala con la Regina Elisabetta II d’Inghilterra all’ambasciata italiana a Londra. A scegliere il Brunello di Montalcino Riserva 1955 il Presidente della Repubblica in persona: Giuseppe Saragat, in visita di Stato in Gran Bretagna. Piemontese verace con un debole per Barolo e Barbaresco, ma anche “uomo del mestiere”, visto che negli anni dell’esilio parigino, trascorsi insieme a Nenni e a Pertini, si guadagnava da vivere facendo il rappresentante di vini. In questa grande occasione, ci voleva un vino speciale. Ma si doveva organizzare un viaggio in aereo per un vino, a quei tempi, non una questione così scontata. I Trimani pensarono all’imbarco del prezioso carico a Fiumicino, mentre ad Heathrow attesero le bottiglie gli incaricati dell’ambasciata e i membri dello staff di rappresentanza di Buckingham Palace, in contatto diretto con Tancredi Biondi Santi. Assaggio londinese a campione di alcune bottiglie dalle casse inviate da Roma: “tutto a posto, possiamo servirlo”. Fu un successo. E quel vino scioccò letteralmente la scena enoica della allora “Swinging London”, che non sapeva bene cosa fosse il Brunello. Oggi la proprietà de Il Greppo è passata in mano francese (Européenne dé Participations Industrielles), ma per mantenere vivo il mito Biondi Santi, ci vorrà anche la forza di questa epica. Una storia, dunque. Semplicemente italiana.
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