Nato in Sicilia nel 1950, Carmelo Patti, come tanti in quei tempi, è costretto ad emigrare in Argentina (Mendoza) quando era ancora in fasce. Forse neppure immaginava, però, quello che il destino aveva in serbo per lui: farne uno dei miti viventi del vino argentino. Beninteso, l’azienda è minuscola in confronto alla media del Paese, i suoi vini si vendono quasi esclusivamente in patria (anzi, direttamente in cantina) e risultano praticamente opposti, per stile e concezione, allo stereotipo nuovomondista. Carmelo, tanto per dirne una, sta pensando all’utilizzo di botti grandi, non è attratto da colori troppo concentrati e preferisce eleganza e buone acidità a muscoli e tenori alcolici elevati. Una mosca bianca, insomma, almeno a queste latitudini. Il Gran Assemblage ha colore rubino mediamente carico, profumi dapprima sottili e poi via via più intesi ed eleganti. In bocca è un vino articolato, succoso e saporito, di bella e austera profondità.
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