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LA GRIFFE

Donnafugata, Docg Cerasuolo di Vittoria Floramundi 2019

Vendemmia: 2019
Uvaggio: Nero d'Avola, Frappato
Bottiglie prodotte: 45.000
Prezzo allo scaffale: € 16,00
Proprietà: famiglia Rallo
Enologo: Antonio Rallo, Stefano Valla, Antonino Santoro, Pietro Russo
Territorio: Sicilia

Donnafugata è un percorso virtuoso aperto da Giacomo Rallo, scomparso nel 2016, lungimirante imprenditore del vino, pioniere sotto molti aspetti, che ha saputo indicare una strada nuova a tutta l’enologia e la viticoltura della Sicilia, conciliando tradizione e innovazione, rispetto per la terra e valori etici. Un percorso avviato nel 1983, agli albori della “Renaissance” enoica dell’isola, accanto a pochi altri personaggi che l’hanno a pari grado determinata. Un percorso condiviso con i figli Antonio e José, già da tempo impegnati nell’azienda di famiglia e protagonisti, oltre che a perpetuare lo spirito del padre, della costruzione di una realtà che oggi è saldamente protagonista nel contesto complessivo dello scenario enoico italiano e non solo. A parlare sono i numeri ma non solo: 410 ettari di vigneto, 2.800.000 bottiglie prodotte annualmente. Un’espansione che è anche espansione spaziale e valorizzazione di luoghi, segnandone i successi o il rilancio: da Marsala e Contessa Entellina a Pantelleria dall’Etna all’areale ragusano del Cerasuolo di Vittoria, da cui proviene questo delicatamente intenso Floramundi 2019 che profuma di fiori bianchi e frutta rossa, agrumi e iodio, che scorrono freschi e pepati in bocca, verso un finale di rosa appassita. Donnafugata è un articolato mosaico enoico, che abbraccia i migliori terroir dell’isola, interpretato da etichette sempre ben eseguite a rappresentare la variopinta tavolozza dei colori dei vini siciliani. Tutto ciò senza mai dimenticare l’epicentro di Marsala, il fulcro storico da cui tutto è partito. Ma non solo: abbiamo a che fare con un vero e proprio “sistema” capace di tenere insieme la “sicilianità” e una visione senza confini. Non è un mistero che l’azienda dei Rallo sia da sempre alla ricerca dell'espressione più puntuale dei caratteri e della cultura della sua terra. A partire dal nome, che fa riferimento alla storia della regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV di Borbone che, ai primi dell'800, fuggita da Napoli per l'arrivo delle truppe napoleoniche, si rifugiò in quell’angolo di Sicilia dove si trovano le vigne dell’azienda (fu Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel Gattopardo, ad indicare con il nome di Donnafugata quei possedimenti di campagna del Principe di Salina). Ma allo stesso tempo, è ed è stata capace anche di suscitare, attraverso un raffinato intreccio di immagini, colori, richiami e suggestioni, un universo fantastico che dalla Sicilia tocca i luoghi più profondi dell’immaginario collettivo, uscendo idealmente dai confini del vino per toccare gli spazi aperti dell’esperienza umana.

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