Uno spazio dedicato all’altra anima del Collio, quello sloveno. Non perché i vini al di là del confine non meritino menzione, ma perché “di là” sono riusciti a mantenere integra una coltura agricola che era sviluppata anche nel Collio italiano, ma che purtroppo abbiamo perso nel dopoguerra relegandola al solo consumo familiare, nonostante i tentativi istituzionali di provincia e comuni nel cercare di rianimarla. Si tratta delle ciliegie, che per secoli hanno sostenuto il reddito degli agricoltori locali; talmente buone e rinomate che da quelle colline arrivavano fresche in pochissimi giorni persino a Vienna, sul tavolo della monarchia austriaca. Nel Brda la coltivazione dei ciliegi non è solo viva e vegeta, ma le ciliegie rappresentano il Collio Sloveno al pari dei grappoli e dei suoi vini. E sono due infatti gli eventi lì più sentiti, gioiosi e festeggiati: il Festival delle Ciliegie a Giugno e la festa di San Martino del vino nuovo a Novembre. Nella parte settentrionale del Brda, nel paese di Vedrijan, si trova la Fattoria Drnovŝĉek, dove la famiglia Kovaĉ produce frutta biologica su poco meno di 20 ettari di terreno (in parte anche nel goriziano): olivi, viti, kiwi, fragole, cachi, albicocche, prugne, pesche, pere ma soprattutto ciliegie, cui dedicano 3 ettari di terrazzamenti, per un raccolto che può raggiungere i 25.000 kg nelle annate migliori. Hanno piantato strategicamente anche varietà precoci e varietà tardive, in modo da poter garantire 40 giorni di fornitura fresca e succosa. Un esempio virtuoso, quello nel Brda, che dovremmo imitare con più convinzione.
(ns)
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