La Ferrari del vino appartiene al ristrettissimo club di maison italiane (in certi casi è addirittura “la maison” italiana) in grado di giocare alla pari con le più celebrate griffe dello Champagne. Del resto era proprio questa l'idea del suo fondatore, quel Giulio Ferrari che, letteralmente stregato dal fascino delle bollicine francesi, si convinse che la terra trentina poteva essere il luogo ideale per un tipo di vino che ha sempre goduto di fascino esclusivo e senza tempo. Fu lui a piantare le prime viti di Chardonnay e a produrre i primi vini a rifermentazione in bottiglia in quelle terre. L'attuale “metodo classico”, insomma. Sono passati più di cento anni da quel sogno visionario (gli annali citano il 1902 quale anno di fondazione dell'azienda) e la Ferrari Spumanti è più che mai realtà, saldamente ancorata alle sue tradizioni ma anche straordinariamente dinamica, sempre proiettata verso nuovi scenari futuri. Buona parte del merito di questo successo è da attribuire alla famiglia Lunelli, dal 1952 a capo della casa trentina, che ha saputo affiancare alla meticolosa cura per i vini anche il giusto piglio imprenditoriale, aumentando progressivamente il numero di bottiglie prodotte e lanciando l'azienda nell'olimpo delle più grandi case spumantistiche del mondo. Figlio legittimo di questo progetto è il Ferrari Perlè, prodotto per la prima volta nel 1971 e autentico campione del rapporto qualità - quantità - prezzo. Il millesimo 2002 (prodotto in quasi mezzo milione di esemplari!) mostra un bellissimo colore paglierino carico, spuma generosa e persistente, profumi da subito accattivanti e immediatamente riconducibili alla tipologia: dai fiori freschi alle note di frutta gialla, dalla leggera speziatura agli accenni di lievito. In bocca il vino non delude e si mostra decisamente reattivo, energico, di buona morbidezza eppure vivace, distinto da una pregevole spina acida. Prodotto con sole uve Chardonnay provenienti da vigneti di proprietà, matura per ben cinque anni a contatto sui lieviti.
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