Pare che ne sia goloso anche il principe Carlo d'Inghilterra che ha fatto una scorpacciata di moscioli al ristorante Emilia, nell'anconetano, a pochi chilometri dalle belle spiagge del Conero. Qui infatti - e solo qui in Italia - si trova questa particolare razza di mitile, il Mosciolo selvatico di Portonovo, che si riproduce naturalmente e che vive attaccato agli scogli sommersi della costa del Conero. La zona di pesca del mosciolo parte dal “Trave”, un unico scoglio lungo circa 1 km, e arriva fino agli “Scogli delle Due Sorelle” a Sirolo, un tratto di costa in cui la qualità delle acque e l’abbondante nutrimento disponibile rendono questi mitili particolarmente gustosi e più ricchi di nutrienti, come gli Omega3. Fino al secondo dopoguerra a pescarli ci pensavano i contadini-pescatori della zona, con le barche a remi chiamate batane, e a loro si univano le maestranze del porto per integrare il proprio reddito; poi la concorrenza del prodotto di allevamento ha ridimensionato questo tipo di pesca. Diventato Presidio Slow Food nel 2004, il mosciolo è gestito dalla cooperativa pescatori di Portonuovo. Queste cozze selvatiche si pescano da maggio a ottobre e il loro sapore cambia con il variare della flora marina. Il momento migliore è quello dei vacanzieri a luglio e agosto, ma anche fine giugno è propizio, con la festa dedicata ai moscioli: Mosciolando. Li troverete cucinati in tantissimi modi: con il sugo insieme alla pasta, al forno con il pangrattato, alla tarantina oppure al naturale, giusto con una spruzzata di limone.
(Francesca Ciancio)
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