La cantina Pizzolato esiste dal 1981 e da allora ha sempre avuto il pallino della sostenibilità: quando Settimo Pizzolato ha preso in mano l’azienda dal padre, è stata fra le prime ad applicare il metodo biologico in vigna e ad ottenere la certificazione nel 1991. 85 ettari di proprietà, oltre 40 conferitori, più di 9 milioni di bottiglie prodotte (tutte bio e vegan), sono numeri che permettono anche di sperimentare, sempre con un occhio puntato sull’impatto ambientale. È da questo spunto che nascono diverse linee di produzione: quella dedicata ai Piwi, ad esempio, che grazie alla resistenza ai funghi necessitano di meno interventi fitosanitari in vigna; i vini “senza solfiti aggiunti”, perché uve sane da vigneti equilibrati necessitano di meno protezione in cantina; la linea M-use, che trova sostegno nel design per trasformare ogni bottiglia vuota in un pezzo di arredamento. Per celebrare i 40 anni di attività, la famiglia Pizzolato ha lanciato i “Back to Basics”. Questo Raboso - che profuma di fiori rossi freschi con una lieve nota ematica e un tocco di spezia dolce appena accennato, dal sorso saporito, con una leggera aderenza vegetale e una lunga lingua fresca ed agrumata, quasi citrina e dissetante - si unisce al Pinot Nero, Chardonnay, Manzoni Bianco e Pinot Grigio, studiati per impattare il meno possibile anche dal punto di vista dell’imballaggio: vetro, tappo, etichetta e scatola compresi.
(ns)
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