Montalcino non è sempre stato sinonimo di Brunello. Anzi: a parte di Moscadello, era sinonimo anche di pellame, di olio, di miele, ma soprattutto di zafferano. Diversi documenti risalenti al Medioevo testimoniano la vocazione del territorio, rafforzata dalla dedizione di Clemente Biondi Santi, premiato produttore di zafferano prima ancora di vino. Per fortuna, da qualche anno, diverse persone a Montalcino sono tornati ad occuparsene. Nel 2014, tre amici locali hanno fondato Pura Crocus, che nel 2023 è stata rilevata dalla famiglia Maccari. Da allora Pura Crocus è diventata parte dell’azienda agricola Maccari, che comprende la casa vacanza Belsogno, l’Agriristoro a poche curve dal paese - lungo la strada che porta a Castelnuovo dell’Abate, la cantina e un’attività contadina che si occupa di vigna, api, campi seminati a cereali e zafferano, producendo quindi dolci, miele, pasta, vino, birra e tisane. I campi di zafferano stanno fra Montalcino e San Quirico: circa due ettari in totale che ospitano dai 40 ai 50 quintali di bulbi, i quali fioriscono in ottobre regalando tre fiori a bulbo. Ogni mattina si passa a raccoglierli a mano, si essiccano e poi si dedicano al confezionamento dei pistilli interi o alla lavorazione. Ad esempio per produrre i cantucci, fatti di sole mandorle, farina (da quest’anno la loro, di grani antichi) e burro, in cui viene lasciato in infusione l’oro rosso, prima di unirlo all’impasto. Una versione particolare di questo dolce tipico toscano, a cui si è aggiunto anche un delizioso panettone per le festività natalizie. Da provare.
(ns)
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